Spari contro il centro Sprar, «la solidarietà non si ferma»
Cinque spari nel cuore della notte. Non hanno ferito nessuno, con i colpi che si sono fermati contro il muro esterno e hanno raggiunto le finestre di un appartamento. Non un'abitazione qualsiasi, ma una struttura dove vivono alcuni richiedenti asilo collegati al progetto Sprar.
È un gesto ancora da chiarire quello avvenuto nella notte tra sabato e domenica a Collebeato. «Un gesto inquietante, ma cinque colpi di pistola non fermeranno la solidarietà», dice il sindaco di Collebeato, Antonio Trebeschi.
Già ad ottobre fuori da un'altra struttura del paese destinata ai migranti erano comparse delle svastiche e un petardo era stato lanciato nella cassetta della posta del sindaco del paese. «Ora il tiro si è alzato e siamo davanti ad un gesto molto forte. Ci aspettiamo che ora i migranti che vivono nella struttura vengano messi sotto protezione», commenta Agostino Zanotti, responsabile del progetto Sprar a Collebeato.
In casa al momento degli spari, esplosi attorno alle 3.30, c'erano sei stranieri: due provenienti dall'Iraq, altrettanti dalla Somalia, uno dalla Siria e un altro dal Gambia. «Parliamo di ragazzi che durante l'emergenza Covid hanno fatto volontariato e distribuito farmaci alla popolazione», spiega il sindaco Trebeschi, che sugli spari aggiunge: «Evidentemente c'è qualcuno che ha dei grossi problemi e commette gesti simili, ma quanto accaduto non ci fa pensare di non essere sulla strada giusta. I nostri progetti di coesione sociale, che vengono condivisi dalla maggior parte della cittadinanza, non si fermano».
La Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta affidata al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani che sta ricostruendo quanto accaduto anche affidandosi ai video delle telecamere installate in zona e che avrebbero ripreso una persona in abiti scuri allontanarsi dalla struttura presa di mira. I carabinieri hanno già sentito gli stranieri che erano in casa la notte scorsa e la struttura Sprar è presidiata.
«Un episodio che arriva al termine della settimana che ha visto la commemorazione della Strage di Piazza della Loggia», ricorda il responsabile Sprar Agostino Zanotti. «Siamo davanti ad un episodio di una gravità inaudita perché - aggiunge - sembra che ai migranti si possa fare tutto: da lasciarli morire in mare a sparargli addosso in un piccolo paese in provincia di Brescia».
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