Sos dal Perù: troppo poveri, non c’è latte per i neonati

Appello di Erica Tellaroli, missionaria sulle Ande nella casa di Operazione Mato Grosso
Erica Tellaroli con un bimbo nella casa-famiglia a tremila metri sulle Ande peruviane © www.giornaledibrescia.it
Erica Tellaroli con un bimbo nella casa-famiglia a tremila metri sulle Ande peruviane © www.giornaledibrescia.it
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Ciò che colpisce maggiormente della missionaria Erica Tellaroli quando la si incontra per la prima volta è il suo sorriso genuino, al quale si accompagna una spontaneità altrettanto disarmante. Lo stupore cresce quando la si sente parlare di quello che ogni giorno avviene all’interno della casa-famiglia dell’Operazione Mato Grosso Santa Teresita a Pomallucay, una località a tremila metri sulle Ande, in Perù, da lei stessa gestita in compagnia di altre dieci ragazze.

Qui Erica, originaria di Castel Goffredo ma molto conosciuta nel Bresciano (nel 2007 ha ricevuto il premio «Cuore amico») è approdata ormai vent’anni fa, quando decise di lasciare tutto - agi, famiglia e amici - per mettersi al servizio dei meno fortunati. La casa apre le porte agli emarginati, alle mamme con figli a carico, ai disabili fisici e mentali, ma chi opera al suo interno svolge quotidianamente anche servizi di tipo domiciliare per andare in soccorso di chi è impossibilitato a spostarsi per percorrere lunghe distanze. Ad oggi Santa Teresita accoglie 32 persone, di cui una quindicina solo in fascia diurna.

«Con l’aiuto di una psicomotricista, Chiara, facciamo accoglienza diurna per bambini disabili affinché possano fare terapia - spiega Erica - e chi viene da lontano si ferma più settimane: la nostra casa, quindi, nell’ultimo periodo si è aperta ancora di più al territorio e ai suoi abitanti». Importantissimo è il lavoro svolto con le mamme in generale: «Cerchiamo di aiutarle il più possibile come possiamo: i problemi sono davvero numerosi» afferma la volontaria. Santa Teresita è una realtà che dà assistenza a molte persone, dentro e fuori. Tra gli accolti, i diversamente abili, molti dei quali bambini.

«A loro servono ausili per camminare: ultimamente ci siamo ingegnate e abbiamo cominciato a realizzare sostegni con quel che abbiamo come gommapiuma, cotone e piume d’oca» racconta Erica. Quelli che hanno bisogno di aiuto, insomma, sono davvero in tanti, ma i mezzi a disposizione per tendere loro una mano sono limitati. Quel di cui più di sente la mancanza ultimamente sono i farmaci e il latte in polvere per neonati. «Le mamme non hanno latte perché denutrite e indebolite dal parto».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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