Sos dal Carmine: «La Loggia ci ha lasciati soli»
«Sembra proprio che ci sia in atto un tentativo di tornare a far morire il quartiere. Di riportarlo alla condizione di qualche anno fa, quando era deserto, abbandonato e sopraffatto dalla criminalità».
Il quartiere è il Carmine, ultimo baluardo di un centro storico che ha subito nel tempo recente una trasformazione essenziale. Travolto un paio di anni fa da un’ondata vivificante, che ha trasferito nelle viuzze che insistono fra via San Faustino e Porta Pile negozi, locali e atelier. E la movida. Vocabolo preso a prestito delle ramblas barcellonesi, ma che all’ombra della Loggia è divenuto richiamo per i giovani e spauracchio per i residenti. Un’esplosione velocissima e improvvisa, che ha assunto i contorni di una vera e propria guerra fra diritto al sonno e quello a tirar tardi con un cocktail in mano. E che si è tradotta in una sequela di ordinanze che limitano gli orari di chiusura dei locali all’1.30 di venerdì e sabato e all’1 tutti gli altri giorni.
«Ma il punto non è solo questo - precisa Francesco Catalano -. Perché se è vero che il Carmine è rinato qualche anno fa proprio grazie ai locali, oggi ci sono negozi, studi di artisti e gallerie. Il quartiere è cambiato, è migliorato perché più vivo e frequentato durante tutte le ore del giorno. Invece ora sembra che il Comune voglia invertire questa rotta». Da qui un appello che viene proprio da residenti, associazioni del quartiere e gestori di locali. E che non è solo strettamente legato alla questione movida. «Vogliamo poter parlare con il sindaco - spiega Catalano -. Ho chiesto di poter partecipare all’Osservatorio, ma la mia domanda al momento non è ancora stata accettata. Anche altri, come me, sembra non possano avere diritto di parola. Sorge il dubbio che l’Amministrazione abbia una conoscenza solo parziale di ciò che pensano i residenti del quartiere».
E se a far storcere il naso a molti è stata la decisione di fissare alle 22 lo stop della musica in occasione delle Tavole Armoniche, che in altre zone della città «chiudono» invece a ora ben più tarda, la questione non si esaurisce al tramonto. «Abbiamo notato - specifica Catalano - che il Carmine è escluso da molte delle iniziative culturali della città, da Brescia Con Gusto ai pianoforti dislocati in centro. Sembra poi che anche la normale cura dell’arredo urbano e le opere di ordinaria manutenzione vengano trascurate, negli ultimi tempi».
La questione movida, però, in un quartiere che è (ri)nato soprattutto grazie all’arrivo dei locali, non può passare sotto silenzio. «Abbiamo rispettato tutte le limitazioni - spiega Chiara Aiardi del Carmen Town -, per dimostrare rispetto verso il Comune in primis. Ma prima che l’ordinanza venisse rinnovata avevamo chiesto un incontro al sindaco. Semplicemente per fare il punto della situazione, anche alla luce del monitoraggio fatto dalla Prefettura. E invece non abbiamo ottenuto risposte. Non intendiamo creare polemiche, ma la situazione si sta aggravando. Nell’ultimo anno abbiamo registrato una riduzione della clientela del 40 per cento. E non capita solo a noi. Di conseguenza siamo costretti a ridimensionare il personale. Le Tavole Armoniche? Spegnere la musica alle 22 non ha senso. Viene poca gente, però vogliamo dimostrare che ci siamo».
Ilaria Rossi
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