Sos da Caionvico: dopo la farmacia addio al medico

A fine anno il dott. Milesi andrà in pensione e gli anziani dovranno migrare in altri quartieri
Il negozio. Il market Bertoli ha chiuso dopo 38 anni // FOTO ORTOGNI/NEG
Il negozio. Il market Bertoli ha chiuso dopo 38 anni // FOTO ORTOGNI/NEG
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I numeri ufficiali dicono che a Caionvico ci sono più di 2.300 residenti, un dato in crescita rispetto a dieci anni fa. Ma in via Sant’Orsola, la strada che attraversa il centro del piccolo quartiere, è un susseguirsi di porte e finestre sbarrate e i vecchi palazzi mostrano gli acciacchi del tempo e i segni dell’abbandono.

Il vero problema, rimarca però il consigliere comunale Aldo Boifava, figura storica del quartiere, sono i servizi, sempre meno. Un anno fa dal cuore di Caionvico se ne è andata la farmacia. A fine anno, invece, appenderà il camice al chiodo Daniele Milesi, il medico di base del quartiere, arrivato all’inizio degli anni ’80. Senza contare che a Natale ha chiuso anche il piccolo market gestito dalla famiglia Bertoli, l’unico spaccio alimentare di tutto il quartiere.

Salute. Caionvico, va detto, non è l’unico quartiere senza medico di base. A Casazza convivono con quest’emergenza da tempo. A Folzano molti residenti non riescono ad essere «coperti» dai dottori presenti, già saturi di assistiti. «A fine anno - spiega Boifava - Caionvico non avrà più il medico di base». Il dottor Milesi, infatti, andrà infatti in pensione. «Arrivò nel 1980, insieme alla farmacia, quando ero presidente del consiglio di quartiere» ricorda Boifava. Accanto alla farmacia c’era infatti lo spazio per un ambulatorio. E lì per quasi quarant’anni il Milesi, specialista in pneumologia, ha visitato i suoi pazienti. Ora però dove c’era un polo sanitario resterà un grande vuoto. La farmacia si è spostata fuori dall’abitato, sulla statale, al confine con Rezzato.

La vecchia farmacia. Il locale ora è in vendita
La vecchia farmacia. Il locale ora è in vendita

Trasloco. Un «trauma» per gli anziani del quartiere. «Pur restando dentro lo stesso ambito, per gli anziani la nuova posizione è molto scomoda. Abbiamo cercato di opporci a questo trasloco, ma non c’è stato nulla da fare». L’unica consolazione è che sono da poco partiti i lavori per realizzare una pista ciclopedonale che porterà dal cuore di Caionvico fino alla statale, vicino alla nuova farmacia. Ora però arriva la nuova tegola. Dopo la farmacia, se ne andrà anche il medico di base e, una volta rimasti "orfani", i suoi mille pazienti dovranno cercarsi un altro dottore. Ai cittadini resta la libertà di scegliersi il medico, ma ai medici di scegliere dove operare. E Caionvico non appare tra le location più appetibili. Così qualcuno ha già optato per un dottore fuori dal quartiere, qualcun altro ha scelto il medico che opera nell’ambulatorio accanto alla nuova sede della farmacia. «Il problema sono gli anziani, che non possono fare molta strada o spostarsi in macchina» rimarca Boifava.

Il bar. Tra i pochi punti di riferimento rimasti
Il bar. Tra i pochi punti di riferimento rimasti

Il Consiglio di quartiere si è già mosso, insieme al Punto comunità. Nel 2018 arriveranno nuovi medici, «ma quello che chiediamo all’Ats è qualche garanzia sulla loro distribuzione territoriale, in modo che la presenza dei medici sia capillare e copra tutti i quartieri». Andrebbe anche trovato il modo di mettere a disposizione un locale come ambulatorio, così da invogliare l’arrivo di qualche medico. Loggia, Consiglio di quartiere, Punto comunità ci stanno lavorando, si vedrà.

L’ultimo negozio. Di certo Caionvico, tra i quartieri periferici, è uno di quelli che ha mantenuto la dimensione del paesino. Nel bene e nel male. Un quartiere tranquillo, dove ci si conosce tutti. Negli ultimi anni vi si sono trasferite molte coppie giovani, resiste il frequentato bar nella piazzetta mentre parrocchia e centro Acli fanno ormai da catalizzatore di ogni attività, compreso il Punto comunità. Tanto che ora che il market Bertoli ha chiuso i battenti, dopo 38 anni di onorata carriera, si pensa di dar vita a una sorta di mini spaccio, per lo meno per far arrivare il pane. Piccole strategie per non far morire il quartiere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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