Solo un italiano su 100 le usa (raramente): le cabine telefoniche verso la rimozione
«Telefonami tra vent’anni» cantava Lucio Dalla nel 1981 e, con molta probabilità, il suo immaginario era legato ai telefoni a gettoni, dove ci si rifugiava spesso in cerca di un’agognata privacy. «Impara il numero a memoria. Corri, scrivilo sulla pelle» e l’immagine di molti corre ai fogli stroppicciati, con le cifre imparate in fretta per poterle digitare dentro a qualche cabina.
Cabine che ritornano nel dibattito pubblico di oggi dopo la decisione dello scorso maggio presa dall’ Autorità garante per le comunicazioni: ha infatti, stabilito, a seguito di una consultazione, che in Italia non è più necessario continuare a garantire la disponibilità delle «postazione telefoniche pubbliche».
L’addio
Le cabine, dunque, non servono più. Ce n’eravamo del resto ampiamente accorti. Dal 23 maggio, infatti, Tim può rimuovere i 18mila telefoni pubblici rimasti ancora attivi. Tim gestisce la rete che, a partire dal 1964, era in mano alla Sip (Società italiana per l’esercizio delle telecomunicazioni), passata poi sotto il controllo di Telecom.
Nel territorio bresciano sono attualmente operative 223 cabine telefoniche (di cui 105 solo in città), in tutta Italia ne sono rimaste circa 16mila. Sono quelle sopravvissute alla precedente scrematura fatta da Telecom Italia nel 2009, che aveva portato alla rimozione di 103mila cabine.
Il numero totale di quelle oggi attive non comprende solo gli «impianti stradali», ossia le classiche cabine, ma anche tutte quelle postazioni che si trovano ancora in carceri, ospedali e caserme, strutture nelle quali un telefono pubblico rimane tutt’ora necessario.
Tim non rende noto quante chiamate vengono ancora effettuate dalle postazioni pubbliche a Brescia, ma visti i precedenti (nel 2009 sono state dismesse le cabine dalle quali venivano effettuate meno di tre chiamate al giorno), i dati nazionali (dal 2019 al 2021, secondo Agcom, il numero di chiamate annuo per singola cabina si è ridotto del 57%, passando da 277 a sole 118) e il progredire delle innovazioni tecnologiche, è prevedibile che saranno in molte a essere rottamate. Del resto gli italiani non hanno più bisogno dei gettoni, lo conferma l’indagine dell’Agcom: per circa il 70% della popolazione le cabine telefoniche non sono indispensabili.
E ancora, secondo lo studio meno dell’1% degli intervistati ha usato i telefoni pubblici nei 90 giorni precedenti e addirittura il 12% non ha mai fatto chiamate da questi. Oltre l’80% della popolazione non avverte l’esigenza di utilizzare questo servizio e tre persone su quattro non saprebbero neanche dove cercare una cabina nei pressi di casa.
Le intoccabili
A decidere quali e quante cabine se ne andranno sarà ora la stessa Tim, visto che le cabine telefoniche sono un bene di pubblico servizio installato dall’azienda per le telecomunicazioni, la quale può usufruire del suolo pubblico senza dover pagare un canone al Comune.
Delle 223 in provincia di Brescia non potranno però essere dismesse quelle cabine che si trovano in paesi dove non c’è un’adeguata copertura radiomobile.
Ormai, però, sembrano essere davvero poche le località a non essere raggiunte dal segnale: la consultazione tenuta da Agcom ha fatto emergere come il 99,2% delle cabine ancora attive si trova in zone coperte da una rete di telefonia mobile di Tim in tecnologia 2G, 4G o 5G. A livello nazionale soltanto 59 non possono essere rimosse. Per tutte le altre il destino è segnato. Resta, dunque, solo il pensiero affettuoso ai gettoni e poi alle schede che, nella memoria di molti, non potranno mai essere davvero sostituiti.
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