Slow Wine, due chiocciole bresciane

La guida premia le cantine Pendio di Monticelli e Togni Rebaioli di Erbanno
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Rassegnatevi, è diversa. Leggere la guida dei vini di Slow Food, che si chiama Slow Wine e viene presentata sabato prossimo 26 a Venezia, con le logiche di una guida che dà i punteggi, vi può portare fuori strada.

Il giudizio sulla qualità intrinseca del vino c’è, ma è molto più affascinante e sorprendente avventurarsi in un mondo di chiocciole (il simbolo di Slow Food) e seguire le personalissime scelte della organizzazione che a fianco del «buono», mette il «pulito» e il «giusto».

Così sono due le segnalazioni che ci interessano di più, e sono le aziende con chiocciola e i vini slow, categorie entrambe che mixano la bontà con i valori ambientali. Le cantine bresciane con chiocciola del 2014 sono «Il Pendio» di Monticelli Brusati e Togni Rebaioli di Erbanno di Darfo. La prima produce Franciacorta netti e senza compromessi, la seconda esalta i vini tradizionali della Valcamonica.

Si tratta, in entrambi i casi, di meritate conferme, ma il mondo cambia e la categoria ha oggi una bella schiera di aspiranti chiocciolati, attenti ad ambiente, natura e territorio.

Uno è Cascina Belmonte di Muscoline che si affaccia alla guida con un premio per il miglior vino quotidiano (è un eccellente Rebo gardesano che costa meno di 10 euro) e meriterebbe la chiocciola. Poi ci sono due vini che concentrano qualità e territorio. Uno è il Franciacorta brut di Cascina Clarabella che è bio e contiene una bella dose di solidarietà, l’altro è il Lugana Superiore di Ca’ Lojera che non è biologico, ma contiene tanto amore per la sua terra.

Gli stessi due vini hanno meritato anche la moneta, il simbolo che premia il rapporto tra qualità e prezzo.

Lasciamo per ultimi i «grandi vini», quelli che sarebbero premiati anche in una guida «normale». Sono solo quattro (davvero pochi) e tutti Franciacorta. Slow Wine premia la qualità di Vintage Collection 2008 di Ca’ del Bosco, scegliendo il Franciacorta più territoriale della grande azienda di Erbusco.

Con opzione condivisa dalla altre guide premia la Riserva Vittorio Moretti 2006 di Bellavista e il Pas Dosé Riserva 33 di Ferghettina. Meno scontato che al vertice ci sia il Franciacorta Girolamo Bosio 2006 della piccola cantina Bosio di Cortefranca attentissima all’ambiente e sulla strada di quel vino che Slow Food chiamerebbe «pulito e giusto».

Le aziende che si distinguono per qualità di tutta la produzione (simbolo della bottiglia) sono le quattro appena nominate.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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