Sindaci, il civico svanito. La Vilardi in campo
Il sindaco civico definitivamente dismesso in un cassetto chiuso che non verrà riapeto? Fino a pochi giorni fa ci si interrogava non solo sulle prospettive di Francesco Onofri e Nini Ferrari, civici che già siedono in Loggia.
Da FI veniva la sollecitazione ad andare oltre il recinto dell’attuale centrodestra per provare a disarcionare Del Bono. Non era, come ha adombrato qualcuno, l’enfatizzazione di una cena romana. Sia perché di cene ve ne sono state più di una, sia perché l’esploratore non è uno sprovveduto. Paroli, ex sindaco di Brescia, incaricato di ruoli di governo del partito in terra veneta, conosce le mappe dei terreni minati. Sicuramente dove le mine le disseminano i suoi, ma anche dove le collocano i concorrenti.
Lui non ha fatto nomi, tanto per chiarirci. Ha manifestato una linea politica non frutto di una personale notte insonne. Sapendo di pestare i piedi a quote di dirigenza locale e di farlo su un mandato più ampio. La vicenda delle modalità dell’abbandono di Maroni, e della designazione di Fontana, hanno aggiunto terreni minati. Anche lui, raccontano suoi amici, è rimasto spiazzato dalla repentina conversione alla candidatura di partito, bandiera di non resa alla Lega. Ancor più i dirigenti locali, prima sollecitati a prendere atto di aver bisogno di un aiutone esterno alle loro fila.
E Paola Vilardi? Soldato fedele, non sprovveduto. Antica matrice socialista, militante di Comunione e Liberazione e del suo braccio operativo La Compagnia delle Opere, già assessore. Ancor meno estraneo alle dinamiche partitiche è suo marito, il già sottosegretario Stefano Saglia. Persona di larghe frequentazioni politiche, sociali, imprenditoriali. Di Paola Vilardi si racconta che non avrebbe disdegnato una sfumata candidatura regionale o un ruolo in un Ente significativo. Perché salire su una giostra governata fuori Brescia? Che deciderà davvero se esiste un candidato comune del centrodestra in Loggiadopo il voto politico del 4 marzo?
Quando si saprà se Berlusconi e Salvini giocheranno insieme o in differita la contesa parlamentare. Destinata a restare col cerino in mano? Paola Vilardi, da soldato fedele in attesa di altrui decisioni che parevano superala, diventa, con la sua disponibilità, coprotagonista. Anche in tempi di grande disinvoltura è problematico incoronarla ufficialmente per poi disarcionarla disinvoltamente. A meno di reinvestirla in altre qualificate responsabilità.
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