Sikh, indù, ortodossi, cattolici e musulmani pregano insieme per la pace
Una preghiera interreligiosa per la pace in Medio Oriente, che unisce sikh, indù, ortodossi, cattolici e musulmani e tutti coloro che vorranno partecipare. È organizzata per venerdì 27 ottobre, aderendo all’invito espresso da Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa, una giornata di preghiera, digiuno e penitenza, che culminerà alle 18.30 in un momento di raccoglimento al convento di San Francesco (via San Francesco d’Assisi, Brescia). Ad organizzarlo il Patto Bresciano di Fraternità Interreligiosa, in occasione del 37° anniversario del primo incontro interreligioso tenutosi ad Assisi. Saranno presenti i referenti delle principali comunità religiose a Brescia.
Per confermare la presenza, rivolgersi al numero 335.6394609 o mandare una mail a gz@valledorospa.it.
L'intento
«A seguito dell'escalation di attentati e della guerra, ancora una volta - scrivono i promotori - vengono coinvolte persone innocenti ed estranee alle vicende del Medio Oriente ed in particolare della Terra Santa. Violenza chiama violenza: i fatti terribili ed esecrabili accaduti il 7 ottobre stanno scatenando una risposta irrazionale e manifestazioni di odio reciproco tra cittadini di diversi Paesi. Ingiustizia chiama ingiustizia: siamo consapevoli che questi fatti, in nessun modo giustificabili, affondano le proprie radici in un substrato di violenza, discriminazione e oppressione.
Siamo preoccupati e chiediamo a Dio, in forza dell’amicizia costruita qui nella nostra terra bresciana, di sostenerci nella nostra esperienza di fraternità. Al contempo, facciamo appello alle istituzioni tutte di fare la loro parte per giungere a un cessate il fuoco che permetta di ristabilire un percorso di dialogo, che sarà certamente faticoso ma necessario per poter evitare un’escalation ulteriore di violenze e di guerra. Chiediamo loro di agire nell'ottica di trovare una soluzione equa e duratura, ispirandosi al principio di fratellanza. Papa Francesco e il grande Imam Al-Tayeb lo hanno richiesto nel documento di Abu-Dabi da loro firmato e consegnato alla responsabilità di noi tutti. La nostra città si è sempre contraddistinta nell'essere un modello di convivenza e dialogo pacifico tra le varie culture e religioni, ma soprattutto tra le persone. È dalle persone che bisogna iniziare e continuare, enfatizzando la sacralità della vita e dell’importanza della stessa. Alta deve rimanere l’attenzione, affinché i semi della convivenza pacifica e della solidarietà umana che abbiamo costruito nella nostra città possono sempre più crescere ed essere esempio anche per altri contesti sociali».@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato