Siccità, ordinanze anti-spreco: la mappa dei divieti si allarga a 36 Comuni

Da Rezzato a Bedizzole e Rodengo: stop all’uso dell’acqua per piscine, orti, fontane e lavaggio dell’auto
Le ordinanze hanno lo scopo di limitare l'utilizzo dell'acqua
Le ordinanze hanno lo scopo di limitare l'utilizzo dell'acqua
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Si allarga ancora la mappa dei Comuni dove i sindaci hanno firmato ordinanze per limitare l’uso dell’acqua potabile. Nella maggior parte dei casi l’indicazione è arrivata dal gestore del servizio, a fronte di criticità evidenti (abbassamento falda, contrazione portata sorgenti). In altri casi i sindaci hanno agito in maniera preventiva. Fatto sta che sono almeno 36 i Comuni bresciani con ordinanze.

Tra questi Rezzato dove il sindaco ha firmato una misura dal carattere straordinario: garantiti i fabbisogni primari (alimentare, domestico ed igienico-sanitario), vietato l’uso dell’acqua potabile per altri utilizzi. L’ordinanza sarà valida per ora sino al 30 settembre. Il divieto prevede di non utilizzare acqua potabile per l’irrigazione ed annaffiatura di giardini e prati, dalle ore 5 e sino alle 23. È inoltre vietato il lavaggio di aree cortilizie e piazzali, come pure il lavaggio di veicoli privati, ad esclusione ovviamente di quello svolto dagli autolavaggi abilitati. Non si potranno neppure riempire le fontane ornamentali, vasche da giardino, piscine private, anche se dotate di impianto di ricircolo dell’acqua.

In Franciacorta

Nuove ordinanze «anti – siccità» anche nel franciacortino: da Passirano a Rodengo, passando per Castegnato. Partendo da quest’ultima, il sindaco Gianluca Cominassi ha firmato un’ordinanza che vieta il prelievo e il consumo di acqua potabile senza concessioni in termini di orari per l’irrigazione di giardini e prati. Nel documento è incluso poi lo stop all’utilizzo dell’acqua pubblica per il lavaggio di aree cortilizie e piazzali, dei veicoli privati, ma anche per il riempimento ex novo di fontane ornamentali, vasche da giardino e piscine private. Contenuto simile per l’ordinanza del sindaco di Passirano, Francesco Pasini Inverardi, che limita i consumi di acqua potabile ai soli usi domestici, alimentari, igienico-sanitari, antincendio e produttivi su tutto il territorio comunale, ma con un divieto «solo» temporaneo di irrigazione e annaffiatura di piante, giardini e prati tra le ore 8 e le 24 (raccomandando di utilizzare la minima quantità d’acqua possibile), e tra le 8 e le 20 per gli orti. I trasgressori rischiano sanzioni dai 25 ai 500 euro. Anche la Rodengo Saiano del sindaco Rosa Vitale ha imposto il divieto di prelievo e consumo di acqua potabile per utilizzi diversi da quello alimentare, domestico e igienico. C'è anche qui, come a Passirano, la limitazione dell'acqua nell'ambito dell'irrigazione e annaffiatura dei giardini, dei prati e degli orti (solo dieci minuti al giorno dalle 22 alle 6). Esclusi dalla presente limitazione gli impianti a risparmio idrico.

Lago di Garda

Anche sul basso Garda cominciano a comparire le prime ordinanze: apripista è stato Soiano, ormai qualche giorno fa, e lunedì si è aggiunto Polpenazze. Anche nella vicina Bedizzole qualcosa si è mosso: il sindaco Giovanni Cottini lunedì ha firmato il documento che vieta di irrigare prati e giardini, di lavare cortili e piazzali, di riempire fontane, vasche da giardino, piscine private. Più «morbidi» a Polpenazze dove il divieto assoluto è imposto solo nelle ore diurne, ossia dalle 5 alle 23. Dalle 23 alle 5, invece, l’ordinanza sottoscritta dal sindaco Maria Rosa Avanzini, prevede che si potrà utilizzare l’acqua oltre che per usi idropotabili, anche per innaffiare orti e piccoli giardini, ma con l’invito rivolto alla cittadinanza a evitare ogni possibile spreco. Tra i paesi che presto potrebbero unirsi c’è Pozzolengo, dove ogni anno il sindaco Paolo Bellini impone un regolamento per evitare sprechi. Ma anche Puegnago: una vera e propria ordinanza ancora non c’è, ma Silvano Zanelli, il primo cittadino, ha già chiuso da una settimana la pubblica irrigazione. Idem a Moniga: spenta l’irrigazione di aiuole e rotatorie, è stata chiusa qualche fontanella, utilizzata in maniera impropria.

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