Siamo avvolti dallo smog e l'aria continuerà a peggiorare
La qualità dell’aria a Brescia è in graduale peggioramento, con le polveri sottili già oltre la soglia consentita di 50 microgrammi per metro cubo d’aria e previsioni che parlano di un ulteriore accumulo degli inquinanti. Mentre il Nord letteralmente soffoca nello smog, dal Piemonte al Veneto, Lombardia compresa, la nostra città è stata finora esente dalle misure temporanee di limitazione al traffico, applicate ad esempio a Milano e Mantova. Il problema va estendendosi anche nel resto d'Italia: in città come Firenze e Roma si corre ai ripari per abbassare i livelli dell'inquinamento atmosferico.
Per l’Arpa l’aria che respiriamo a Brescia è «scarsa», con una media di 57 microgrammi di Pm10 per metro cubo e di 43 microgrammi di Pm2,5. Eppure, il 2019 si è chiuso con livelli di inquinamento in discesa se confrontato con il decennio precedente, ma il miglioramento non è ancora strutturale e risolutivo. Il meteo gioca un ruolo fondamentale. Ad esempio, l’anno scorso è stato particolarmente piovoso nel mese di novembre, uno dei periodi in cui solitamente si accumulano polveri sottili e biossido di azoto, e anche dicembre ha fatto registrare condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Dall’inizio del 2020, invece, lo smog è tornato ad avere terreno fertile, si fa per dire. Cielo sereno, vento scarso, zero precipitazioni, oltre all’inversione termica, con temperature più alte in montagna rispetto alla pianura. Sulla Pianura Padana si è creata la cappa che più volte abbiamo visto rappresentata nelle fotografie satellitari. Come fanno ormai da anni, i gruppi ambientalisti chiedono alle istituzioni interventi più incisivi per contrastare lo smog. «L'inquinamento atmosferico rimane un'emergenza sanitaria che tocca milioni di cittadini in tutta la Lombardia e la Regione Lombardia continua a non affrontarla in maniera adeguata», ha dichiarato la presidente di Cittadini per l'Aria Onlus, Anna Gerometta.
Il tanto auspicato coordinamento tra i vari enti è ancora lontano dal realizzarsi e il tema sta alimentando lo scontro politico, come già visto in passato. La Lombardia, con il presidente Attilio Fontana e l’assessore Raffaele Cattaneo, rivendica di avere fatto già un buon lavoro sul tema e accusa il governo di inerzia. «A giugno dello scorso abbiamo sottoscritto un Protocollo attraverso il quale il Governo si impegnava a svolgere attività e garantire risorse economiche. Da allora ad oggi il Governo non ha svolto alcun tipo di attività e non ha versato neppure un euro», ha detto Fontana, ricordando anche i 26,5 milioni di euro stanziati lo scorso dicembre dal Pirellone «per cercare di togliere dalle strade le auto più inquinanti».
In attesa di risposte da Roma, alle parole di Cattaneo replica il consigliere regionale lombardo del Movimento Cinque Stelle Massimo De Rosa. «L'assessore Cattaneo tira la giacchetta al ministero e chiede ancora una volta risorse al governo, nella peggior tradizione statalista. Altri soldi dei cittadini, come se quelli sperperati finora fossero serviti a qualcosa. Il governo si è già impegnato a elargire risorse, ma l'assessore dovrebbe anche dirci come intende spenderle. Perché se le sue soluzioni sono all'evidenza dei fatti fallimentari come quelle intraprese finora, allora si tratterebbe di sprecare ancora una volta denaro pubblico, al fine di ottenere risultati zero. Questa non è una soluzione», spiega De Rosa.
In questo quadro, sapere che l’aria è migliorata negli ultimi anni non è una consolazione, visto che, restando a Brescia, l’anno scorso è stato comunque superato il limite europeo di 35 giorni di esubero dei livelli di Pm10 nelle centraline cittadine. L’emergenza, già vista in passato, si sta nuovamente concretizzando adesso. Ricordiamoci che il particolato sottile è cancerogeno e che l’aumento delle concentrazioni nell’aria è correlato a malattie cardiovascolari e respiratorie, oltre a diabete e morbo di Parkinson. Uno studio condotto dagli epidemiologi del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal) ha dimostrato che l'inquinamento atmosferico indebolisce le ossa e aumenta il rischio di osteoporosi, mentre l’Harvard Chan School of Public Health di Boston ha pubblicato un’analisi, citata da Focus, che collega i livelli di polveri sottili a patologie come insufficienza renale, setticemia, infezioni urinarie, malattie della pelle e occlusioni intestinali. Nel lungo periodo gli inquinanti diminuiscono, ma non spariscono certo, e nel frattempo gli studi approfondiscono i loro nefasti effetti, scoprendone di nuovi. I risultati, come si vede, sono sufficientemente preoccupanti da non lasciare molto spazio a entusiasmi più o meno facili. Tanto più che fino a sabato, almeno, l'aria continuerà a peggiorare.
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