Si è spento Carlo Albini, voce del cattolicesimo sociale

«Sono nato in città il 27 marzo 1919, via Martinengo da Barco. Dal 1963 abito vicino ai Salesiani, anche se ormai è tutto cambiato». Così Carlo Albini si raccontava, alla vigilia del suo novantesimo compleanno, rievocando per il nostro giornale momenti significativi della sua biografia fortemente intrecciata a quella della vita del Paese, e della città. Carlo Albini si è spento nella notte tra giovedì e venerdì, ad un mese da un altro compleanno, una vita da testimone e da protagonista delle vicende del movimento cattolico bresciano del Dopoguerra.
Il proprio impegno il ragionier Carlo Albini l'ha sempre speso a cavallo fra mondo economico e finanziario e cattolicesimo sociale. Una formazione, la sua, maturata negli anni difficili del fascismo e della guerra. Ricordava: «Ero militare in Alto Adige l'8 settembre, venni preso come tutti gli altri. Solo per fortuna riuscii mesi dopo a tornare a Brescia ma qui mi arruolarono di forza quelli della Rsi. Durò poco, perché me ne andai in montagna. Noi stavamo a Bocca Magno, sopra Gargnano, e da lì in alto vedevamo la villa di Mussolini. Con noi stava nascosta anche una famiglia di ebrei». Poi la Liberazione. Già nel '45 inizia l'attività nel sindacato. «In quegli anni c'era il sindacato unitario e io ero vicesegretario, poi nel '48 abbiamo fatto un Quarantotto e io mi sono trovato tra i fondatori della Cisl. C'erano Angelo Gitti, Apostoli, Morandini, Panzera, Castrezzati...». Intensa anche la stagione che portò alla nascita e al radicamento delle Acli: «Lì c'era don Cinto».
Una adesione piena alle vicende e alle iniziative del movimento cattolico negli anni cruciali fra conflitto e dopoguerra. Tanto da sentire il bisogno di dar vita ad un luogo della memoria come il Cedoc, il Centro di documentazione della storia del movimento cattolico bresciano. «Era il 1971. Tutto nacque da un incontro tra me, Mario Faini e Giuseppe Camadini».
Da non tacere poi l'impegno all'interno della Fondazione Milziade Tirandi e dell'Eulo, gli enti che fin dagli anni Sessanta portarono alla nascita di quella che oggi è diventata l'Università degli Studi di Brescia. Un impegno svolto in diretto e costante contatto con il senatore (e ministro) Mario Pedini. Sul piano professionale non possono andar dimenticati l'impegno nella Banca San Paolo, l'incarico da direttore dei Magazzini generali, i quarant'anni spesi nel Collegio sindacale del Giornale di Brescia.
La Cisl, il sindacato anche da lui fondato nel 1948 lo ricorda con «commozione e gratitudine. «Albini - ha scritto il segretario Renato Zaltieri nella comunicazione del triste evento al gruppo dirigente - è stato il protagonista di una straordinaria stagione alla quale tutti siamo debitori».
La camera ardente di Carlo Albini è allestita nell'abitazione di via San Giovanni Bosco 17. Il funerale verrà celebrato lunedì, alle 10.30 nella Chiesa di San Giovanni Bosco.
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