Sgarbi su Matsuev escluso dal Festival Pianistico: «È censura»

Non ci sta. E come sempre non si nasconde. «Censurare gli artisti è un segnale molto negativo e molto sbagliato» dice Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla cultura che si schiera al fianco del pianista russo Denis Matsuev. E contro la sua eventuale esclusione dal Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo, dopo la decisione dell'organizzazione di sospendere i concerti in programma a maggio su invito dei due sindaci, a loro volta sollecitati dall'ambasciatore ucraino. Anche se il musicista non ha mai condannato la scelta di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
«Lui - dice Sgarbi - non deve prendere le distanze da nessuno. Von Karajan e Furtwängler non hanno preso le distanze da Hitler. La cultura e la politica non possono essere messe sullo stesso piano. Non farlo partecipare al Festival è una misura odiosa e veramente fascista» tuona Sgarbi. «È un segnale pessimo per la Capitale della cultura. Se Bergamo e Brescia - prosegue il sottosegretario del governo Meloni - dicono no al pianista russo non sono una capitale della cultura, ma colonie dell’Ucraina e si squalificano».
Parole che, come sempre quando interviene Sgarbi, faranno discutere. «Ritengo inverosimile che un ambasciatore come quello ucraino si schieri contro l’arte. Non se ne può più. Zelensky chiede armi e si capisce che la resistenza passi dalle armi, ma sappia che si fa resistenza anche con la musica, con la pittura e con l’arte. Io - racconta al telefono Sgarbi - sto facendo al museo Mart di Rovereto e a Viterbo una mostra con la più grande pittrice ucraina che è Maria Prymachenko, ma non perché è Ucraina ma perché è brava. Sono contento certo che sia ucraina, ma io la omaggio per la sua bravura».
E per questo chiede che Matsuev possa regolermente esibirsi a Bergamo e a Brescia in occasione della prossima edizione del Festival Pianistico Internazionale. «Lui non suona per Putin, ma suona per onore della musica. Ha studiato per diventare musicista e la potenza della musica supera una dittatura. Se mentre è al pianoforte si pronunciasse a favore di Putin il discorso sarebbe diverso e la critica avrebbe un significato, ma se suona e basta lo deve fare e non deve essere fermato. Brescia e Bergamo non si facciano questi problemi. Non devono farseli». Sgarbi annuncia che seguirà da vicino l’evolversi del caso. «È come se non permettessimo al più grande medico russo, solo perché è russo, di operare un malato di cancro. Ma che roba è?» si chiede il sottosegretario alla cultura. «La scienza e l’arte - conclude Sgarbi - devono essere salvate da quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina».
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