Sgarbi a Mazzano e polemiche: prima rilancia, poi smentisce

Prima la confessione ai microfoni di Teletutto, poi il rincaro, infine la smentita: Sgarbi a Villa Mazzucchelli è un caso
SGARBI, DOPO L'AMMISSIONE LA RETROMARCIA
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Prima la confessione complice ai microfoni di Teletutto, col sorriso di chi sa di aver fatto una biricchinata, poi la replica convinta e spavalda, infine la più italica delle smentite. Vittorio Sgarbi, dopo il clamore suscitato dalla sua visita ai musei di Villa Mazzucchelli di Mazzano - per annunciare la quale al sindaco Maurizio Franzoni ha scomodato nottetempo «batteria» del Viminale e pattuglia di carabinieri – non si è sottratto alle domande dei cronisti. E in un primo momento ha ribadito senza negare l’accaduto. Anzi, ha rilanciato, peggiorando forse la situazione:

«Non credo che i carabinieri di Mazzano avessero molto di più da fare quella sera che cercare il sindaco del paese con il quale il più grande critico d'arte italiano aveva necessità di parlare».

Poi la retromarcia, secondo consolidata tradizione del Belpaese, bollando la notizia come pura letteratura di fantasia:

«Ho chiamato alle 11 di sera del 29 dicembre, il sindaco ha risposto pochi minuti dopo perché aveva la suoneria del telefono disattivata. Ho spiegato il mio interesse ed ho annunciato la mia visita per il 31 dicembre. Tutto il resto è letteratura fantastica, buona perché fa parlare di Villa Mazzucchelli, che merita di essere conosciuta e visitata, dove potremo, forse, ospitare il Museo della Follia, temporaneamente esposto a Mantova».

Una buona notizia quest’ultima. Improbabile invece la smentita, alla luce di quanto Sgarbi stesso aveva dichiarato ai microfoni di Teletutto.

Una cosa però è certa: nella speranza che il progetto museale prosegua, Sgarbi ora ha il cellulare del sindaco di Mazzano Maurizio Franzoni. E forse così per rintracciarlo non dovrà più scomodare Viminale e soprattutto Carabinieri, che, nel Bresciano, hanno già parecchio da fare.

 

 

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