Sfratto all'atelier di De Martino: ultimo mese prima del trasloco
Un mese di tempo per poter traslocare nel nuovo atélier, a cento metri dall’attuale casa-bottega di contrada del Carmine. È l’unica concessione che Antonio De Martino - grazie ad un accordo tra il proprio avvocato e quello della Loggia - è riuscito a strappare al Comune, proprietario dei locali da dove l’artista 74enne ha ricevuto l’avviso di sfratto.
Il contratto con Aler, che gestisce l’immobile per conto dell’Amministrazione, è scaduto da tempo; la Loggia deve riaprire il bando per l’affitto ma De Martino non può partecipare: troppe le mensilità non pagate nel corso degli anni. Ventiseimila euro di debito accumulato, a fronte dei quali De Martino era disponibile a versarne 15mila, chiedendo una rateizzazione e una proroga del contratto in base non ai 4 anni + 4 dell’accordo ora scaduto, ma ai 6 + 6 dei contratti commerciali.
Dal Comune «nessuna disponibilità», così lo sfratto emesso in seguito ad un’ordinanza del Tribunale del febbraio 2015 e reso esecutivo nel marzo dello scorso anno, è ormai irrevocabile. A nulla sono valsi gli appelli di amici e politici, né il flash mob organizzato sabato scorso davanti all’atélier. Nei giorni scorsi gli ufficiali giudiziari si sono presentati all’ingresso dello studio, pronti a sigillare il portoncino affacciato sulla piazzetta accanto alla chiesa del Carmine, prima di tornare sui loro passi.
«È stato un altro colpo, dopo un anno vissuto in ansia - commentava De Martino -. Ora non ho scelta, devo andare via da qui. Ormai qui nemmeno il pavimento mi parla più... come faccio a lavorare in questa situazione?».
E di lavoro De Martino ne ha lasciato tanto, da quando nel 1969 da «migrante fuggiasco» come ama definirsi, lasciò la Campania per raggiungere la nostra città. Prima in via Battaglie, poi in contrada del Carmine, dove la sua bottega ha aperto la strada alla rinascita del quartiere. Per il quale De Martino si è sempre speso artisticamente, concependo l’arte come strumento di dialogo con la città, di coinvolgimento dei residenti.
Oltre quaranta le installazioni da lui realizzate nell’ambito del «Progetto Utopia» ideato dal critico d’arte Piero Cavellini: dal «Lido» che trasformò in spiaggia il cortile della scuola Calini, al «Museo estemporaneo» del ’900 sulla facciata di un palazzo disabitato, al «Piano di volo» con centinaia di farfalle aggrappate ai muri del centro, alla raccolta di aforismi sotto il vòlto di via Fenarolo, divenuta un «cult» su Facebook e Instagram. Entro un mese De Martino dovrà traslocare. Destinazione, due vetrine in Rua Sovera, a un centinaio di metri di distanza, dove l’artista ripartirà con nuovi progetti. In contrada del Carmine resterà il suo «Giardino mediterraneo», dove un olivo e un banano ricorderanno le radici mediterranee dell’artista giunto dal sud.
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