Sette nuovi «saggi» a Palazzo per servire la città

In squadra Rebecchi, Picchi, Donati, Massoletti, Minini, Bedussi e Ranzetti per «portare idee e sogni»
Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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A Massimo Minini - uno dei sette - il titolo di «saggio» proprio non piace. Preferisce parlare di «laboratorio di pensiero», di «sogni», di «intuizioni» anche. Perché «la verità è che servono stimoli per uscire dall’ordinario». E allora così sia, tanto più che - carta canta - tecnicamente quello in cui l’ex numero uno di Brescia Musei porterà il suo apporto è lo «staff del sindaco». Per tutti gli altri, «i saggi son tornati» a Palazzo Loggia.

A rinnovare l’esperienza che ha caratterizzato una delle novità organizzative dello scorso mandato è il sindaco Emilio Del Bono. Che parla di «patriottismo municipale» e di «intelligenze per costruire il futuro di una città competitiva e innovativa, una città che vuole vincere la competizione tra sistemi urbani». E allora a «coordinare» i sette (tante sono le personalità che, a titolo gratuito, forniranno il loro supporto e la loro competenza alla città) non poteva che essere Aldo Rebecchi, braccio destro di Del Bono, che chiarisce come «presto incontreremo tutti gli assessori e diversi soggetti della città perché siamo a disposizione di tutti con grande riservatezza e senza prevaricazioni».

Accanto a lui, ci saranno anche per questo quinquennio Nicla Picchi, Elisabetta Donati e Antonio Massoletti. Mentre a sedere per la prima volta nel «cenacolo», oltre a Minini, ci sono Bruno Bedussi e Ugo Ranzetti.

Di cosa si occuperanno nel dettaglio «i sette»? Proprio come una sorta di «consiglieri» non avranno poteri diretti sulla macchina comunale, ma metteranno le proprie competenze specifiche e le proprie esperienze «al servizio della comunità e delle sfide strategiche di cui ci occuperemo» spiega Del Bono. A scegliere quali temi sottoporre allo staff sarà lo stesso numero uno di Palazzo Loggia «nella sua piena discrezionalità» recita la delibera.

Nessuno, però, parli di scelta eccentrica: «Si tratta di un modo per raccogliere opinioni differenti ma competenti così da compiere, collegialmente, le scelte giuste. Per contribuire a migliorare la città e a consegnare stimoli e idee nel segno di una Brescia il più corale possibile. Per questo ho voluto e voglio accanto a me intelligenze libere, critiche, autonome» rimarca Del Bono. Il sindaco parla di «bagno democratico», ma non si fraintenda: si tratta di consigli, di idee, di suggerimenti. Poi - tutti lo ribadiscono - le scelte sono del primo cittadino, della sua squadra di assessori e del Consiglio comunale.

 

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