Sesso con 16enne, la Lautari «estranea ai fatti»
I rapporti sessuali tra i Giovanni Bonomelli, Michela Righetti e la sedicenne ospite della Comunità Lautari di Pozzolengo sarebbero stati consumati in casa di Bonomelli, sul lago di Garda, e in alberghi a Roma e a Venezia. Sempre quindi lontano dalla comunità Lautari che nel processo si costituirà parte civile. Lo ha annunciato Andrea Bonomelli, figlio di Giovanni, che da domenica ha ereditato il testimone alla guida della comunità dopo che il fondatore, al momento dell’arresto, ha rassegnato le dimissioni da ogni incarico. «Se le accuse dovessero essere confermate per tutelare la comunità ci costituiremo parte civile contro il signor Bonomelli che non voglio più chiamare papà», ha detto Andrea Bonomelli. Eraldo Cavagnini, medico della comunità ha precisato di aver seguito personalmente l’adolescente con due incontri settimanali: «Non ho percepito alcun disagio relativo alla questione effettiva». Dura anche la reazione di Davide Lodi, cofondatore della Comunità Lautari: «Mi sento tradito da una persona che conosco da vent’anni».
«Stando alle intercettazioni telefoniche e all’ordinanza di custodia cautelare, la giovane vittima era consenziente», ha affermato l’avvocato Alessandro Mainardi, legale di Giovanni Bonomelli. I carabinieri sono arrivati a scoprire dei rapporti sessuali tra i due adulti e la minorenne grazie ad alcune intercettazioni ambientali nell’ambito di un’altra inchiesta: quella relativa alla morte di Tiziano Stabile, ucciso per un regolamento di conti a fine novembre a Bedizzole e di cui ad oggi non si conosce ancora il nome dell’assassino. In particolare Tiziano Stabile conosceva Michela Righetti, ex moglie del pregiudicato Giancarlo Orrù.
I rappresentanti e i responsabili della Comunità Lautari nella sede di Pozzolengo, dichiarano la comunità «estranea ai fatti» in relazione agli episodi che hanno visto protagonista l’ex presidente Giovanni Bonomelli, arrestato per atti sessuali con un’ospite sedicenne. Nel corso di una conferenza stampa hanno voluto precisare che «i presunti reati sono avvenuti fuori dalle sedi della Comunità; la minore coinvolta non faceva parte di un programma terapeutico, essendo ospite temporanea come da accordi coi genitori; la signora Righetti Michela, coinvolta nei fatti, non ha mai ricoperto ruoli o funzioni o svolto attività per la Comunità». «La Comunità, sconcertata e rammaricata - è scritto in una nota - si ritiene completamente estranea all’accaduto e, alla luce dei fatti e degli accertamenti, si riserva di costituirsi parte civile».
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