Sequestri, traffico di armi, bische clandestine: il crimine di ieri in città rivive in un libro

Il volume «La Pula e la Mala nella Brescia degli anni ’70» è curato dall’Associazione nazionale della Polizia di Stato
  • Il libro «La Pula e la Mala nella Brescia degli anni ’70»
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Il «vigile» Gianni che sbrogliava gli incroci in centro pur non essendo vigile; i furti di opere d’arte; le bische clandestine; i sequestri di persona; gli incidenti, i traffici di armi… Il mondo degli sbirri e dei delinquenti negli anni ’70 è ora nuovamente visibile, concretamente.

A raccontarlo sono le 530 immagini e i testi che compongono «La Pula e la Mala nella Brescia degli anni ’70», il nuovo libro curato dall’Associazione nazionale della Polizia di Stato (Anps), Sezione di Brescia «Morello Alcamo e Domenico Prosperi», scritto da Maurizio Marinelli con Gianantonio Bortolotti, Raffaele Piero Galli e Flavio Della Libera. Non è in vendita, ma è un dono che l’ANPS di Brescia fa ai propri iscritti, essendo una ricerca finanziata da Regione Lombardia

Nel libro ci sono tantissime fotografie, oltre a un racconto dettagliato di com’era la situazione fatto da chi in quegli anni era presente sulla scena (Marinelli, per esempio, quando lavorava sulle volanti era conosciuto dalla Mala come «Icio lo Zingaro»), tenendo come finestra temporale gli anni che vanno dall’uccisione del procuratore Agostino Pianta nel 1969 fino al 1980, quando fu ammazzato il magistrato Girolamo Minervini. Anni di Piombo, strategia della tensione, anni di lutti. Anni esplosivi. Così li definisce Della Libera, che nel libro spiega anche come la polizia agisse «sparsa», senza un filone ben definito. Erano anche gli anni dei film polizieschi: due furono girati a Brescia. Non erano peraltro solo d’intrattenimento: la denuncia che sottintendevano portò nel 1981 alla riforma della polizia.

«Negli anni ’70 la Scuola Pol.G.A.I., in questa stessa struttura, arrivò sulla scena, portando a una nuova organizzazione», ha ricordato durante la presentazione Marinelli. «I corsi di formazione hanno iniziato a operare a Brescia: tutti gli investigatori sono passati da qui, per poi essere mandati nella scuola mobile. Un lavoro certosino che ha portato la polizia a strutturarsi diversamente».

Nel libro ci sono anche i nomi di tutte le vittime della criminalità organizzata, a partire dai 71 facenti parte della polizia. Alla presentazione del libro c’era anche Eugenio Spina, questore di Brescia, «poliziotto dentro», che fece la scelta di entrare in polizia a 28 anni. «Fu uno sceneggiato televisivo — ‘La Piovra’ — a influenzarmi e a farmi provare il concorso. Furono anni di rapine, spaccio e sequestri di persona». 

«Nel 2024», ha annunciato Marinelli, «vorremmo pubblicare un libro che rivolga lo sguardo sulla violenza terroristica, anche alla luce del cinquantesimo anniversario di Piazza Loggia».

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