Sequestrate due tonnellate di marijuana a Bedizzole

Secondo la Guardia di Finanza sarebbero riconducibili ad un'azienda che vende canapa legalizzata, ma i valori di Thc sarebbero oltre il limite
  • Le due tonnellate sequestrate dalla Guardia di Finanza
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Sulla carta è un’impresa autorizzata alla produzione e alla commercializzazione di cannabis light. Secondo quanto hanno ricostruito Guardia di Finanza e Procura, nell’indagine coordinata dal sostituto Alessio Bernardi, la marijuana era tutt’altro che light. E quindi illegale.

Le analisi eseguite dal Laboratorio analisi dei carabinieri di Brescia hanno evidenziato, in alcuni campioni, concentrazioni anche 20 volte il massimo fissato dalla legge. L’agricoltore titolare dell’azienda coltivava, trattava e si preparava a vendere foglie essiccate che hanno un principio attivo molto superiore a quello fissato dalla normativa e che, anche nella fase della produzione, non ha rispettato le severe norme. Per chi indaga insomma non si tratterebbe di un’attività economica autorizzata dalla legge, ma della coltivazione di droga nascosta da una impresa commerciale.

Per questo nei giorni scorsi il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito una perquisizione nell’azienda di Bedizzole al centro dell’indagine, che ha portato al sequestro di oltre due tonnellate di marijuana che secondo gli inquirenti era pronta per essere venduta. Il prodotto finito era conservato in parte a casa dell’imprenditore e in parte in tre capannoni nella disponibilità dell’impresa. Nell’ambito della stessa indagine sono stati anche sottoposti a sequestro i macchinari che venivano utilizzati dall’azienda.

Nella nota diffusa nelle scorse ore la Finanza ha spiegato di aver «scoperto un vero e proprio laboratorio di lavorazione della droga, costituito da macchinari e strumenti sofisticati, utilizzati inequivocabilmente da soggetti esperti nel campo chimico-botanico. Sono al momento in corso approfonditi accertamenti investigativi». Secondo le Fiamme gialle «l’intervento ha consentito di interrompere la lavorazione e l’immissione in commercio di sostanze particolarmente dannose per la salute, quali la marijuana, giunta all’esito di un processo di maturazione favorito anche dalle eccezionali condizioni climatiche di quest’anno». 

Indagato e denunciato il titolare dell’azienda, ritenuto responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo una prima, prudente, stima il valore della merce sequestrata avrebbe potuto superare i dieci milioni di euro una volta arrivata sul mercato di strada.

Una vicenda analoga è quella registrata la scorsa estate in una azienda agricola del Lago d’Iseo. In quel caso vennero sequestrati oltre 50 chilogrammi di sostanza che secondo la Guardia di Finanza erano illegali.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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