Sentenza Green Hill: le reazioni di Lav e dell'azienda
«Con questa nuova sentenza si confermano rigore morale ed equità nell’applicare il diritto a esseri viventi capaci di provare sofferenze e dolore». Con queste parole la Lav, parte civile nel processo Green Hill, ha commentato la sentenza della Corte d’Appello di Brescia, che ha confermato le condanne emesse in primo grado nei confronti dei vertici dell’allevamento.
«Con questa sentenza storica, senza precedenti per numero di animali tratti in salvo e per la portata innovativa sul piano giuridico, è stato smantellato, dunque, l’inaccettabile teorema del cane "prodotto da laboratorio" e per questo "usa e getta"», ha aggiunto la Lav.
L’azienda Green Hill, annunciando il ricorso in Cassazione, ha spiegato che «il processo è stato fin dalle fasi iniziali fortemente influenzato da una campagna animalista ingiustamente accanita che in realtà vuole vedere l’azienda condannata non per i metodi di allevamento, ma piuttosto per le finalità di quest’ultimo, e non ne considera la necessità per la ricerca medico-scientifica».
Secondo Green Hill, poi, «non sono stati presi in considerazione i molti documenti e materiali prodotti dalla difesa, che certificano il rispetto del benessere animale, l’assenza di maltrattamenti e l’eccellenza dell’allevamento».
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