Seicento profughi in 30 comuni: cresce l'accoglienza bresciana

Sono 614 le persone ospitate nelle strutture coinvolte nel piano di accoglienza profughi: nuove adesioni ampliano la rete
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Sono 614, il numero più alto raggiunto dal 2011, anno dell’emergenza Nord Africa, e sono destinati a crescere, dato che non è immaginabile la chiusura a nuovi arrivi in Italia. I profughi ospitati nel Bresciano sono suddivisi in quarantuno strutture, per la maggioranza alberghi che danno la loro disponibilità direttamente alla Prefettura, collocate in trenta comuni. 

L’opera di accoglienza si arricchisce di nuovi spazi per ampliare il più possibile la rete che gestisce la fase successiva agli sbarchi, quando i migranti restano in attesa di una valutazione della richiesta di asilo. Le domande vengono esaminate a Milano, ma dal 2 maggio si insedierà ufficialmente la relativa commissione a Brescia, che avrà in carico anche i territori di Bergamo, Cremona e Mantova. Una novità che dovrebbe aiutare a snellire i tempi. Il Tavolo richiedenti asilo, attualmente presieduto dal vice prefetto Salvatore Pasquariello, si è riunito il 16 e il 20 aprile proprio per trovare il modo di alleggerire la città dal lavoro di accoglienza - ora ci sono 246 persone - e distribuire i migranti nei centri della provincia. In quella sede è stata accolta la disponibilità di nuove strutture: due di queste sono in comuni già coinvolti, Castegnato e Darfo Boario Terme, mentre le altre due sono a Palazzolo e Chiari, due novità nella mappa dell’emergenza profughi bresciana. 

PROFUGHI, NUOVE STRUTTURE


Proprio a Chiari la notizia che una cooperativa sia interessata ad accogliere alcuni stranieri sta animando in questi giorni il dibattito politico, com’è già accaduto in altri centri della provincia. Il sindaco Massimo Vizzardi, eletto nel 2014 con una coalizione formata da Pd e civiche di centrosinistra, precisa che il Comune non c’entra: «Alla prefettura non abbiamo dato la nostra disponibilità per tre motivi: a Chiari ci sono già problemi di integrazione che stiamo affrontando con progetti specifici; non esiste una rete di realtà in grado di gestire la questione; mancano spazi pubblici o di altri enti e associazioni capaci di ospitare in modo dignitoso i profughi». Vizzardi chiede «un incontro formale per vagliare i contorni dell’iniziativa e chiarire i rapporti tra gli enti, precisando che l’amministrazione non si assume alcuna responsabilità in ordine ai problemi che potrebbero derivare dalla presenza di migranti». La Lega Nord alimenta la polemica: «Avremmo preferito da subito un "no" secco del comune - sostiene Alessandro Cugini, segretario locale del Carroccio -. Siamo contro l’accoglienza dei profughi per rispetto dei clarensi che faticano ad arrivare alla fine del mese». 

La Prefettura ha dovuto affrontare in diverse occasioni le rimostranze delle amministrazioni locali, anche se va detto che la disponibilità delle strutture prescinde dal consenso dei municipi. «Capisco le preoccupazioni dei sindaci - commenta Pasquariello -, impegnati a fronteggiare diverse difficoltà sociali. Ma devo dire che finora c’è stata anche molta collaborazione». Attualmente il costo massimo dell’accoglienza è di 35 euro al giorno a persona: 2,5 euro vanno al singolo, il resto è destinato alla struttura per vitto, alloggio e progetti di alfabetizzazione e formazione curati da realtà del terzo settore. In questi giorni la Prefettura sta aprendo un bando di gara per ridefinire gli accordi con le strutture convenzionate e provare ad abbassare il prezzo. 

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