«Segregati» in casa per colpa dell'ascensore rotto
Il mutuo soccorso vale, specie nelle difficoltà. E allora se in un condominio non va l’ascensore, ed è fermo da mesi, i più giovani si mettono a disposizione di chi quattro piani di scale proprio non riesce a farli. Così la spesa, l’acqua, i pesi in generale, sono a carico di qualcuno, ma distribuiti a tutti.
Siamo in via Perlasca 3, quartiere Lamarmora, palazzine nate nel Dopoguerra che raccontano oltre sessant’anni di storia. Anche nelle strutture, con l’ascensore a «fune» nuovo «ieri» e vintage oggi. Nessun problema, se funzionasse.
Invece dai primi di settembre l’ascensore è rotto, in maniera tale che non vale più la pena aggiustarlo. «Costerebbe troppo la riparazione rispetto alla sostituzione», commenta Roberto Scarsi, dirigente tecnico dell’Aler, ente che ha la proprietà di tutta la palazzina tranne che di un appartamento.
Quindi? Quindi al momento in via Perlasca 3 si sta senza ascensore, con tutti i problemi che ne derivano. Ad esempio persone in età molto avanzata, o che sono su una sedia a rotelle, sono impossibilitate a uscire per via delle scale. «Restano in casa perché per loro è davvero impossibile muoversi», raccontano gli inquilini, alcuni dei quali ogni giorno aiutano chi si trova in difficoltà. «Noi speriamo che l’ascensore possa essere riparato al più presto - concludono - perché dopo continue segnalazioni all’ente di competenza, non sappiamo più cosa fare. E siamo a metà novembre...».
All’appello che arriva da via Perlasca risponde Roberto Scarsi, dirigente tecnico dell’Aler, che ben conosce la situazione. E che assicura: «L’ascensore verrà sostituito, ma ci sono dei tempi tecnici che vanno rispettati». Il che significa, per i condomini, avere pazienza almeno fino all’inizio del 2015. «La procedura è stata lunga - commenta - perchè abbiamo atteso l’ok per l’intervento dall’unico proprietario. È stato indetto un bando, aspettiamo le offerte di almeno cinque aziende quindi assegneremo l’appalto. Effettuare la riparazione non ha senso: l’ascensore è vecchio, sistemarlo avrebbe dei costi superiori alla sostituzione».
Ecco perché si è arrivati a questa seconda soluzione, come tra l’altro è già stato fatto a pochi metri di distanza, in via Perlasca 13. «Lì in due mesi abbiamo completato l’opera, lo stesso tempo ci vorrà anche stavolta. Intanto possiamo smontare la vecchia struttura e pensare a quella nuova, che rispetto alla precedente arriverà direttamente a piano terra». L’attuale ascensore «a fune», infatti, si ferma a una sorta di «piano rialzato», che si trova tra l’ingresso e il primo piano: il vantaggio della nuova struttura sarà quello di portare i condomini direttamente davanti al portone.
Al momento rimangono i disagi, non da poco, soprattutto per coloro che hanno difficoltà a muoversi.
Resta una piccola nota positiva: nell’era dei social, del digitale «2.0», della poca comunicazione «umana», in un angolo di un quartiere storico è stato riscoperto il valore del vicinato.
Gianluca Magro
g.magro@giornaledibrescia.it
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