Seconda ondata? «Molto dipenderà da come ci comporteremo»
Aumentano i casi di contagio da Covid-19, e la crescita non è solo dovuta all’incremento del numero dei tamponi effettuati ma è oggettiva. Per questo si sta monitorando la situazione con la massima attenzione. Lo sostiene il professor Francesco Castelli, direttore dell’Unità operativa Malattie Infettive dell’Ospedale Civile di Brescia.
Professore, quale l’andamento dei contagi?
È sicuramente vero che il numero di persone malate che hanno bisogno di cure è maggiore ora rispetto a giugno e luglio, spiega, per quanto si sia ben lontani dai picchi raggiunti a marzo e aprile. I casi che stiamo incontrando adesso d’altro canto riflettono quanto accaduto negli ultimi 10-12 giorni, ovvero l’aumento della mobilità e dei viaggi, concomitante con il clou dell’estate.
Una situazione che può avere una duplice lettura.
Se si vuole essere ottimisti si può pensare che con la fine delle vacanze la situazione possa gradualmente rientrare. La visione più pessimista dice invece che l’aumento della circolazione del virus potrebbe innescare un circuito di contagi sempre maggiore. Tra i due estremi sta probabilmente la realtà: molto dipenderà in ogni caso da come ci comporteremo tutti nelle prossime settimane.
Impossibile fare previsioni per il futuro dunque, ma guardando ai bollettini colpisce il dato dell’età media in calo.
Proprio il fatto che i nuovi contagiati siano più giovani spiega il perché la gravità clinica delle persone che si sono ammalate in quest’ultimo periodo sia generalmente inferiore rispetto a quanto accaduto a marzo e aprile - afferma Castelli -. Questo non toglie però che si possono comunque verificare anche tra loro casi gravi.
Ad aggiungere ulteriore motivo di attenzione c’è poi la conferma, che giunge da diversi laboratori, secondo la quale in questi giorni è in deciso aumento la carica virale presente nei tamponi.
Le persone che hanno tamponi con elevata carica virale non necessariamente sono più malate, ma con molta probabilità sono più contagiose. È il concetto che in inglese viene espresso dal termine superspreader, ovvero super diffusori, persone che avendo una carica virale maggiore hanno maggiori potenzialità di infettare gli altri.
In attesa del vaccino, stile di vita e alimentazione possono fungere da fattore preventivo?
Se si vuole parlare di stili di vita, l’unico stile di vita che mi sento di consigliare è quello di ricordare che il virus circola e che a questo riguardo bisogna aver rispetto per se stessi e per gli altri. Cosa accadrà dipende da noi. Non serve fare allarmismo, si può benissimo avere una vita sociale, avendo però chiaro che il nostro mondo vive ora un’epoca che ci mette alla prova come società e come comunità, e che il senso della responsabilità deve rimanere la stella polare dei nostri comportamenti.
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