Se il social network nasconde l’insidia

Crescono i fenomeni del cyberbullismo e di duplicazione dei profili Gli adolescenti osservati speciali
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«Mamma, mi hanno rubato il profilo». Il profilo Facebook, s’intende. Evenienza sempre più diffusa, tra minorenni e non, e dalle molteplici sfaccettature. 

Monitorare bacheca e messaggi privati dell’adolescente, infatti, ha almeno una duplice valenza: consente da un lato di aiutare il ragazzo a ridimensionare eventuali battibecchi e prese in giro derubricabili a scaramucce, e dall’altro, senza eccedere in allarmismi, di non sottovalutare gli effetti sul giovane di una battuta o di un litigio. 

Nel caso degli adulti, il «furto digitale» fa spesso il paio con tentativi di controllo da parte di partner o ex tali, ripicche o intenti diffamatori da raggiungere attraverso la pubblicazione di contenuti atti a screditare la vittima.

Per mettersi al riparo dai rischi è talvolta sufficiente una gestione oculata delle proprie pagine social: password diversificate e ad elevata sicurezza, alto livello di privacy nei profili social e attenzione a tag e condivisioni. In termini generali, la prima cosa da fare se ci si accorge di essere oggetto di «duplicazione» consiste nella segnalazione a Facebook (o altro social) attraverso gli appositi link.

La denuncia alle forze dell’Ordine non è sempre necessaria: non lo è se risulta evidente che lo scopo della «cyber-clonazione» mira a infastidire o poco più. Lo è, invece, quando si ravvisano estremi di diffamazione, minaccia o stalking, reato quest’ultimo che non di rado passa attraverso le bacheche e i messaggi privati dell’impero creato da Zuckerberg. Circostanze da cui, almeno per il momento, il «collega» Twitter sembra essere immune.

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