Se il passato ti scrive una mail

Il sito FutureMe offre la possibilità di spedire oggi un messaggio scegliendo la data futura in cui dovrà essere recapitato.
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Quarant'anni di e-mail. Ed ecco pronta la mail a... futura memoria, da far recapitare in una data di là da venire: un messaggio scritto nel presente ma destinato a essere letto nel futuro. Un messaggio in bottiglia da lanciare ai... se stessi di domani, tipo il 2015, 2027 e via scegliendo. O da far recapitare a chiunque si desideri (in questo caso è necessario registrarsi al servizio) ma soprattutto al «FutureMe» - letteralmente «Il me futuro» - da cui prende il nome il sito www.futureme.org, che consente appunto le scelte di cui sopra. A patto, naturalmente, che il sito funzioni fino a quel dì.

In alternativa alla trasmissione «privata», è possibile chiedere che la propria missiva venga pubblicata - anonima - nella sezione «Public Letters». La piattaforma è interamente in inglese, ma il funzionamento è intuitivo: la home page si apre con un modello preimpostato in cui inserire l'indirizzo mail del destinatario, l'oggetto (di default è riportata la data del giorno in cui il messaggio viene scritto), il testo, la data di consegna, l'opzione «privato» o «pubblico» e quella per aggiungere un'immagine.

Gli esempi di fruitori non mancano. C'è un po' di tutto, nelle lettere pubblicate. Chi, all'epoca 17enne, si rivolge al sé ormai 18enne, chiedendosi come sia stato alzare il gomito la sera dei festeggiamenti per la maggiore età, manifestando l'auspicio di ricordarsi di ciò che si è stati. C'è chi, più drammaticamente, straniero emigrato, rischia di perdere il lavoro (ma non la speranza). C'è chi un anno fa scommetteva che 365 giorni dopo si sarebbe dimenticato d'essersi autospedito un messaggio. C'è chi si firma col proprio nome, chi s'inventa uno pseudonimo e chi si presenta come «il tuo passato». Per la maggior parte in lingua inglese, seppur con qualche incursione di francese, spagnolo o addirittura giapponese. Italiani, pochissimi, almeno per ora; o magari preferiscono esprimersi in un'altra lingua.

Ma c'è anche chi si avvale di «FutureMe» per migliorare la sua padronanza linguistica: «Ecco una buona occasione per testare il mio italiano... Caro, futuro "mi"! - scriveva K a dicembre dello scorso anno chiedendo l'invio per il 1° gennaio del 2011 -. Come va? Io sono male al momento. Mia prima esami e alle nove di mattina domani, e non ho studiato molto. Storia Antica 103. Uh. Penso io non tornero al universita in 2011. Viaggero invece. Parigi, o Roma, o Milano, o Grecia, o Veneto... e Verona!!! e il Uk. Forse Canada e Stati Uniti anche. Mi dispiace scrivere in Italiano. E troppo dificile». Esperimento fallito, pare.

«FutureMe» è «piuttosto famoso», si legge nella presentazione, che include tanto di rimando alla pagina «Props» in cui si possono visualizzare i contributi di psicologi, giornalisti e scrittori. «FutureMe», riporta ancora la home page, si basa sull'assunto che i ricordi siano meno accurati delle mail, un «verba volant scripta manent» post-litteram, insomma. I gestori raccomandano di appoggiarsi a provider «longevi», come per esempio hotmail, gmail o yahoo evitando di utilizzare l'indirizzo mail «di quel lavoro che tanto odi». Ma per casi d'emergenza si può accedere a un'area riservata e modificare l'indirizzo. Indicando quello (per ora) futuro.

Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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