Scuola Corridoni, l’ipotesi sensori per gestire i mini terremoti
Per avere l’ufficialità bisognerà attendere il prossimo vertice in Prefettura, dove tutti gli attori si siederanno (di nuovo) attorno al tavolo entro la fine del mese. Ma difficilmente a separare le relazioni preliminari da quelle definitive ci si mette un ribaltone.E quindi l’epilogo sostanziale è che, alla fine, i mini terremoti che hanno disturbato per tutto lo scorso anno scolastico le lezioni alla elementare Corridoni potrebbero sì essere legati in parte all’azienda finita al centro della scena, ma potrebbero anche essere sedati in sole due mosse.
Quali? La prima è squisitamente burocratica: inserire all’interno dell’Autorizzazione integrata ambientale della Innse Cilindri - la ditta che si trova a una spicciolata di metri, chiamata in causa da Comune e Comitato genitori - un limite chiaro relativo alle vibrazioni.
La seconda è invece immediata: certificata sicurezza statica dell’edificio (documento, questo, su cui c’è già il timbro formale), si potrebbero installare alla Corridoni una serie di sensori «intelligenti», in grado cioè di rilevare le sole scosse sentinella di una reale soglia di pericolosità. Sensori che farebbero così scattare l’allarme che inceppa le lezioni solo in caso di concreta criticità. L’idea è poi di organizzare, a settembre, un’assemblea con i genitori, così da informarli dell’esito delle indagini e condividere con loro le contromisure. La riunione. Questo, in sostanza, il cuore del confronto di scena ieri, sulla scia della cabina di regia voluta dal prefetto Attilio Visconti sul caso Corridoni, vertice al quale erano presenti i vertici di Innse Cilindri (disponibili a collaborare sin dalle prime emergenze), il presidente dell’ordine dei geologi della Lombardia (a cui sono stati affidati i carotaggi che avrebbero restituito esito negativo), il prorettore dell’Università di Pisa, i Vigili del fuoco, i rappresentanti della Provincia, la dirigente scolastica e gli assessori all’Istruzione Fabio Capra e all’Ambiente Miriam Cominelli, al coordinamento della vicenda per conto di Palazzo Loggia.
Bocche cucite da parte di tutti i presenti, che delegano la sola prefettura a restituire un resoconto formale del vertice. «Dal complesso incrocio dei risultati fino ad ora conseguiti - si legge nella nota inviata alla stampa - è stata unanime da parte degli organi tecnici una valutazione di non pericolosità della situazione strutturale dell’edificio scolastico, come pure le vibrazioni presenti non possono essere per ora attribuite a una causa precisa. Una volta terminati tutti gli studi tecnici, questi verranno acquisiti dal Comune di Brescia che elaborerà una relazione finale che sarà presentata durante la prossima riunione in Prefettura». La vicenda. Al centro della scena ci sono le scosse - sempre più frequenti e, soprattutto, sempre più intense - che sembra ormai certo (a detta degli enti, Loggia inclusa) vengano sprigionate dalla vicina Innse Cilindri, l’azienda che si affaccia, oltre che lungo via San Bartolomeo, anche su via Franchi.
Scosse che «fanno tremare» (letteralmente) Sant’Eustacchio. I mini terremoti, infatti, non sono ormai da tempo più un «effetto collaterale» ascritto alla sola scuola elementare Corridoni, ma hanno ricadute su altri tre istituti: le due scuole dell’infanzia, la statale Piaget e la comunale Sant’Eustacchio (i cui alunni sono stati fatti evacuare durante l’ultima forte scossa del 9 maggio), e la media Fermi (dove, pure, gli studenti hanno dovuto lasciare le aule). Non solo. In particolare a partire da aprile, le vibrazioni si sono fatte sentire in modo più dirompente anche all’interno delle abitazioni che fanno da «cornice» alla storica fabbrica di via Franchi. Al punto che molti residenti - pure «abituati da anni a questo disagio», perché «di tanto in tanto, sentiamo tremare le ringhiere di casa» come raccontano sui social - si sono allarmati. Di qui, la segnalazione formale firmata dai Vigili del fuoco che ha portato il prefetto a prendere le redini del caso. Nel frattempo, proseguono le indagini avviate dalla Procura sulla scorta dell’esposto redatto e depositato il 2 aprile dal Comitato dei genitori.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato