Scudi Blu su 10 beni culturali bresciani per proteggerli dalla distruzione

Le apposizioni partiranno da maggio. Il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana avvia il corso nazionale di alta specializzazione
UNO SCUDO PER LA CULTURA
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Per il momento si sa solamente che saranno in tutto 20: 10 a Brescia e provincia e altri 10 nella Bergamasca. Parliamo di edifici, monumenti, opere e più in generale di beni culturali che il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana intende «mettere sotto protezione» in quanto reputati dalle persone custodi della propria storia e colonne portanti della memoria e delle identità collettive e individuali. Il progetto si chiama «Uno scudo per la cultura» ed è messo in campo dalla Cri di Brescia, che ha l’obiettivo di apporre su alcuni dei beni culturali più significativi delle due città i primi Scudi Blu, simbolo di protezione dai rischi prevenibili di conflitti ed emergenze, nonché emblema scelto dai Paesi firmatari della Convenzione dell’Aja del 1954. Se un bene contrassegnato dallo Scudo blu viene colpito, il responsabile può essere processato per aver commesso un crimine di guerra.

La sede del Comitato di Croce Rossa a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
La sede del Comitato di Croce Rossa a Brescia - © www.giornaledibrescia.it

«Dopo quanto accaduto nella Seconda Guerra mondiale, si decise di adottare un sistema di protezione anche dei beni culturali da preparare in tempo di pace - spiega Carolina David, presidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana -. Tuttavia, fino ad oggi, la Convenzione dell’Aja è rimasta incredibilmente disapplicata in Italia e il suo contenuto pressoché sconosciuto, persino tra gli addetti ai lavori. L’ipotesi che il patrimonio culturale italiano possa essere distrutto durante un conflitto è stata ritenuta non credibile. Il recente conflitto in Ucraina dimostra, però, come anche Paesi considerati sicuri, al centro dell’Europa, debbano porre in essere la massima cautela per tutelare il proprio patrimonio culturale».

Il progetto ha ricevuto il contributo del Bando Capitale della Cultura 2023, emanato congiuntamente da Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. L’iniziativa ha inoltre il supporto di Cna (Confederazione nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa) Brescia e della banca Bcc dell’Agrobresciano.

Le apposizioni partiranno da maggio e proseguiranno fino alla fine dell’anno. In parallelo saranno promosse delle attività di formazione e informazione rivolte sia agli addetti ai lavori (forze armate, operatori culturali, istituzioni), sia alla cittadinanza in generale, inclusi gli studenti, grazie ad un progetto mirato alle scuole.

Il corso

La presentazione del progetto «Uno scudo per la cultura» - © www.giornaledibrescia.it
La presentazione del progetto «Uno scudo per la cultura» - © www.giornaledibrescia.it

Primo step del progetto è il corso nazionale di alta specializzazione per la protezione dei beni culturali per istruttori di Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Italiana, che si terrà nella sede della Cri di via Bainsizza dal 31 marzo al 2 aprile. Organizzato dal Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana, il corso si aprirà con la lectio magistralis di Tullio Scovazzi, professore di Diritto internazionale all’Università di Milano-Bicocca. Tra i relatori anche Michele Romeo Jasinski, referente nazionale della campagna di Croce Rossa Italiana «Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola» e Giulio Bartolini, professore associato di Diritto internazionale dell’Università degli studi di Roma.

Gli allievi del corso sono volontari di Croce Rossa Italiana, già istruttori di Diritto internazionale umanitario, provenienti da tutta Italia, che approfondiranno la conoscenza della normativa internazionale e nazionale sulla protezione dei beni culturali al fine di poter poi insegnare la stessa alle Forze Armate e alla popolazione civile.

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