«Scontro» di piazza per il concerto di Fabri Fibra
La movida - in questo caso in piazza Loggia - continua a infiammare gli animi. Stavolta ad alzare la voce sono i commercianti, che in seguito al trasferimento del concerto di Fabri Fibra di sabato 13 luglio da piazza Loggia a piazza Paolo VI si vedono sottratta una bella fetta di clientela, già messa in conto con annessi e connessi: personale e ordini di alimenti e bevande.
A scatenare il malcontento degli esercenti, è «l’assenza di comunicazioni ufficiali» per una decisione presa «a tre giorni dalla data, quando ormai avevamo programmato tutto: approvvigionamenti e personale in servizio».
Un rappresentante dei commercianti è stato ricevuto mercoledì nel pomeriggio, accompagnato dal capogruppo del Pdl in Loggia Margaroli, dal capo di Gabinetto, Giandomenico Brambilla. Margaroli è convinto che sia sufficiente «far valere i patti: il Cipiesse sa, ed è già accaduto, che il sabato deve smontare e ripristinare il palco». Posizione confermata anche dalla Loggia che precisa: «Nella convenzione fin dall’inizio era previsto lo smontaggio e il rimontaggio del palco per consentire lo svolgimento del mercato». Per quanto riguarda lo spostamento dal Comune, rispondendo ai commercianti fanno sapere che «per ragioni legate alle autorizzazioni della commissione Pubblico spettacolo il concerto va fatto in piazza Paolo VI. Le altre serate restano in piazza Loggia quindi il presunto danno ai commercianti è decisamente limitato».
Il Cipiesse, dal canto suo, riferisce che i primi contatti con il Comune in merito alla questione risalgono «a venerdì scorso. A noi disallestire e rimontare costa 20mila euro» chiarisce Santo Bertocchi, patron dell’agenzia di Rezzato, che aveva concordato gli estremi dell’estate live con l’ex sindaco Paroli. «Ho un documento da lui firmato in cui ci viene garantita la disponibilità della piazza dal 7 al 19 luglio. Accordi disattesi dall’attuale Amministrazione», non approvando cioè il transennamento del palco nelle ore di mercato assegnando sistemazioni provvisorie alle bancarelle («Solo sei bancarelle») insediate su quell’area. «Come peraltro era stato fatto - conclude Bertocchi - per l’inaugurazione della metropolitana e Giro d'Italia. Perché adesso no?».
ra. mo.
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