Scompare una badante ucraina: fermato il fidanzato per omicidio

Secondo i carabinieri e la procura della repubblica non ci sono dubbi. L’ex compagno l’ha uccisa, ha fatto sparire il suo cadavere e ha poi cercato di disfarsi di ogni traccia, compresi alcuni abiti sporchi di sangue. Ma non ha fatto in tempo e i militari lo hanno intercettato e bloccato mentre buttava dei sacchi in un cassone. Si spiegherebbe così l’improvvisa scomparsa di Viktoriia Vovkotrub, 42enne ucraina, che lavorava a Brescia come badante e anche come barista. Il suo corpo non è ancora stato trovato ma gli inquirenti sono purtroppo certi che le sia capitato qualcosa di terribile. Per il suo omicidio si trova in stato di fermo il suo ex compagno, il 60enne serbo Kadrus Berisa.
L’ennesimo caso di femminicidio è venuto alla luce nelle scorse ore quando diverse persone hanno notato i carabinieri sequestrare alcuni dei container dell’isola ecologica di via Metastasio in città e poi squadre della protezione civile passare al setaccio con i cani l’area ex Atb di via Industriale e l’ex Bisider di via Eritrea oltre a parchi, rogge, fossati e ogni altra area dismessa tra la ferrovia Brescia Milano, il fiume Mella e via Volturno. Con il passare delle ore i tasselli della vicenda hanno iniziato a comporre il quadro di un delitto in gran parte ancora da chiarire ma per cui carabinieri e procura non sembrano avere dubbi.
A lanciare l’allarme, giovedì sera, è stata un’amica di Viktoriia Vovkotrub che non sentendola da ore si era preoccupata e aveva spiegato che temeva le fosse successo qualcosa di grave. Immediatamente si sono messe in moto le ricerche: dalle testimonianze raccolte e dagli elementi raccolti nella zona in cui la donna vive e lavora i carabinieri hanno scoperto che nei mesi scorsi la donna aveva avuto una relazione con un 60enne serbo, che vive in Italia da moltissimi anni, e per un periodo aveva anche convissuto con lui al quartiere Primo Maggio in città. La relazione però si sarebbe interrotta in maniera burrascosa per volere della donna e l’uomo avrebbe provato in ogni modo ad opporsi a quella sua decisione. Gli uomini della Compagnia di Brescia capiscono anche che l’ultima persona ad averla vista viva sarebbe stato proprio il 60enne serbo e iniziano una serrata attività per rintracciarlo. Dalle banche dati emerge rapidamente che sia proprietario di un piccolo furgone, un «fiorino» con cui si sposta tra l’appartamento in cui vive e diversi garage che ha in affitto sia in centro storico che in altri quartieri.
Tra celle telefoniche e portali di lettura targhe martedì pomeriggio il cerchio si è chiuso. Le pattuglie sono piombate all’isola ecologica comunale di via Metastasio proprio mentre l’uomo stava gettando nei cassoni alcuni abiti sporchi di sangue. Sulla base di tutti questi elementi il sostituto procuratore Donato Greco ha disposto il fermo per l’uomo. Il provvedimento sarà sottoposto a convalida nelle prossime ore. Bocche cucite sia in piazza Tebaldo Brusato che a Palazzo di Giustizia e resta per il momento impossibile capire se si ritiene che il delitto sia stato premeditato oppure sia maturato al culmine di una discussione, se le ragioni di quello che gli inquirenti ritengono un omicidio siano da ricercare nella fine della relazione oppure se dietro ci sia altro.Il gialloNuovo drammatico caso di femminicidio in città
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