Sciopero generale, venerdì 17 proteste e disagi anche a Brescia

I dipendenti dei settori trasporti e logistica annunciano un presidio, dalle 9.30 alle 11, in piazza Paolo VI
Lo sciopero è stato indetto da Cgil e Uil - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Lo sciopero è stato indetto da Cgil e Uil - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Il conto alla rovescia è cominciato anche a Brescia. In un clima di forte tensione per lo sciopero proclamato da Cgil e Uil il prossimo venerdì e in una provincia da mesi caratterizzata da mobilitazioni, sit-in e braccia incrociate dei lavoratori del trasporto pubblico, i dipendenti dei settori trasporti e logistica di Brescia annunciano proprio nella giornata di proteste un presidio, dalle 9.30 alle 11, in Piazza Paolo VI nei pressi della Prefettura di Brescia.

«La Legge di Bilancio non interviene sul Fondo Nazionale Trasporti il cui sottofinanziamento sta producendo la riduzione del servizio di Trasporto Pubblico Locale e condizioni di lavoro sempre peggiori - fanno sapere i lavoratori del comparto -. Il Governo inoltre ha cancellato il Piano nazionale dei trasporti e della logistica». Sono solo alcune delle ragioni per le quali autisti e controllori bresciani aderiranno allo sciopero nazionale «riconoscendosi pienamente nelle ragioni dello sciopero proclamato di Cgil e Uil».

Durante il presidio, infatti, verranno ribadite le problematiche più prettamente locali del trasporto pubblico locale: dalle buste paga ridotte all’osso alle scarse condizioni di sicurezza, dalle tensioni con la dirigenza di Brescia Mobilità ai disservizi per gli utenti. Criticità diffuse che da settembre ad oggi hanno già spinto i lavoratori bresciani di Brescia Trasporti e di Arriva a scioperare in tre diverse occasioni, con percentuali di adesione che hanno sempre superato il 50%.

Disservizi

Aprica fa sapere che, a seguito della proclamazione dello sciopero nazionale, potrebbero verificarsi disagi nel normale svolgimento delle attività di raccolta rifiuti ed igiene del suolo. Non saranno garantiti i servizi di raccolta dei rifiuti, né l’apertura dei centri di raccolta comunali e degli sportelli Tari. Sono invece garanti la raccolta e trasporto dei rifiuti pericolosi, così come nelle scuole, nelle mense, negli ospedali, nelle carceri e nelle case di riposo.

Il caso nazionale

Il ministro Matteo Salvini - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il ministro Matteo Salvini - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

«Come ministro consentirò lo sciopero dalle 9 alle 13 di venerdì 17 novembre per tutto il settore trasporti ad eccezione di quello aereo su cui i sindacati avevano già confermato un ripensamento». Per chi violerà il precetto «scatteranno le sanzioni previste dalla legge» perché «la mobilità di almeno venti milioni di lavoratori compete a me e al Ministero. Che presiedo». I sindacati non arretrano e Salvini firma la lettera di precetto. Sale la tensione attorno allo sciopero previsto per venerdì, che avrà di certo ripercussioni anche a Brescia (ve ne diamo conto più avanti in questo articolo).

«Mi dispiace che i leader sindacali per scelta politica mettano a rischio i loro stessi iscritti». Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini commenta sul quotidiano Libero l'incontro di ieri sera al Mit con i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil e Uil, in seguito al quale non è stato trovato un accordo di intesa sullo sciopero indetto dagli stessi venerdì 17 novembre. «Una minoranza politicizzata non può lasciare a casa una maggioranza che vuole andare al lavoro: è uno sciopero Pd-Cgil» dice Salvini.

I sindacati

«Possono precettare finché gli pare, noi non ci fermiamo fino a quando non abbiamo ottenuto dei risultati». Queste le parole di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ad Agorà Rai Tre. Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil. ha detto a Rtl: «La commissione ha deliberato non sulla base di una normativa ma sulla base di una valutazione della commissione stessa, formata da componenti che in passato erano al governo con il centrodestra. Quindi abbiamo il dubbio che il giudizio della commissione sia condizionato dalla politica».

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