Scarpe, cellulare e conoscenza: le regole per «andar per funghi»

Andar per funghi non è una passeggiata. Ci sono rischi nel bosco e poi in cucina
IL PARERE DELL'ESPERTO
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Sicurezza durante la ricerca e nel piatto. Andar per funghi non è una passeggiata. Ci sono rischi nel bosco e poi in cucina. Ecco che è fondamentale seguire scrupolosamente alcune regole.

Per quanto riguarda la sicurezza in cucina in prima linea è a disposizione di tutti l’Ispettorato micologico dell’Ats di Brescia, operativo all’interno della sede di viale Duca degli Abruzzi, il lunedì e il giovedì, ma con uffici distaccati anche a Montichiari, Leno, Salò e Rovato. Qui si possono rivolgere i privati per far vedere i funghi raccolti in proprio e farli peritare e certificare.

Tra qualche settimana si entrerà nel vivo della raccolta dei funghi chiodini, probabilmente i più diffusi nel bresciano perché crescono sia in pianura sia in montagna: vanno bolliti almeno venti minuti e scolati bene dall’acqua prima di cucinarli, perché così le tossine che contiene e che sono termolabili vengono inertizzate.

Altri consigli dell’esperto per gustarsi i funghi in sicurezza sono non esagerare nelle quantità e non offrirli ai bambini o alle donne in gravidanza

Per quanto riguarda la raccolta le regole sono un po' le stesse di chi va in montagna: un bosco impervio può sottoporre il cercatore a notevoli ostacoli di marcia considerando che, di regola, vengono abbandonati i sentieri più comodi per addentrarsi verso zone meno battute e più propizie alla raccolta. Per questo il Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) ha predisposto una sorta di piccolo vademecum con alcuni consigli.

In primis, anche se pare banale, è importante avere una buona preparazione fisica, va poi evitato l’uso di stivali di gomma, anche su terreni apparentemente poco impegnativi, a favore di un buon paio di scarponi da montagna con suola in Vibram. In mancanza di compagni bisogna avere con sè il cellulare per chiamare in caso di necessità, anche se sono ancora frequenti le aree «in ombra» senza campo. Buona regola da non trascurare consiste nel comunicare a familiari o conoscenti il luogo e il percorso che s’intende seguire.

E se mai ci si smarrisse? Si può perdere il sentiero ma non bisogna mai perdere la testa facendosi prendere dal panico: meglio tornare sui propri passi. In caso di necessità un piccolo zaino ben organizzato sarà utile per far fronte a qualche imprevisto: non dovrebbero mancare un piccolo kit di pronto soccorso (cerotto, disinfettante, garza sterile e benda elastica), un coltello multiuso, un maglione o felpa con buona termicità, una giacca impermeabile e antivento, un telo termico (foglio leggero di materiale plastico alluminizzato), una pila frontale, cibo e soprattutto bevande di ristoro. 

 

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