Scaroni non s'arrende: «Sentenza da impugnare»
«Bisognerà chiedere con istanza motivata al Pm di impugnare la sentenza. La settimana prossima chiamerò. C'è tempo fino al 3 maggio per proporre l'appello».
L'avvocato Sandro Mainardi è chiaro e Paolo Scaroni, seduto al suo fianco, altrettanto deciso. Le motivazioni della sentenza d'assoluzione degli 8 poliziotti, accusati di aver picchiato il tifoso del Brescia alla stazione Porta Nuova di Verona, dopo la sfida con l'Hellas del 24 settembre 2005, (dove il giovane tifoso riportò lesioni gravissime), «vanno impugnate».
Quella cinquantina di pagine del Tribunale di Verona che siglano una prima conclusione del lungo processo, riportano per Mainardi, «anche all'esigenza di informare l'opinione pubblica delle iniziative di Paolo, visto il clamore, e non soltanto locale, che questa vicenda ha legittimamente suscitato. Ho ricevuto telefonate persino dalla Svizzera». Una sentenza «che mette a posto certamente, e una volta per tutte, le legittime richieste di risarcimento del danno da parte di Scaroni - prosegue l'avvocato -, perché c'è una consulenza che ha accertato al di là di ogni ragionevole dubbio quale è stato l'unico mezzo che ha determinato le gravissime lesioni. Ma rimane il tema della responsabilità penale. Accertare individualmente la penale responsabilità non solo risponde ai canoni di giustizia, ma può avere anche grande funzione educativa». Con familiari e ultras, a testimoniare la vicinanza a Paolo Scaroni e l'affetto della squadra, nello studio dell'avvocato Mainardi c'era anche, per il Brescia Calcio, Gigi Maifredi. r.b.
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