Santa Giulia, un tornello per contare i visitatori
Visitatori fantasma, dati contraddittori, numeri che non tornano. Il caso Matisse ha aperto una falla nelle solide mura di Santa Giulia in tema di controllo degli ingressi. Tanto che ora, mentre la Procura ha avviato un'inchiesta per truffa con al centro Andrea Brunello e Artematica, il Comune attende la risposta della Siae per sapere se in occasione degli Inca i visitatori furono davvero 280mila.
In quel caso, la soglia minima prevista per contratto era di 200mila biglietti venduti. Sotto tale cifra sarebbero scattate le penali: 400mila euro con meno di 100mila visitatori; 300mila euro sotto i 150mila ingressi; 250mila euro con meno di 200mila biglietti. Cifre considerevoli, soprattutto se si pensa che l'organizzazione della mostra venne pagata dalla Loggia 1,5 milioni di euro (per Matisse ne servirono 2,3).
All'orizzonte si affaccia però una mossa per gestire il flusso dei frequentatori di Santa Giulia. Il capitolato del nuovo appalto per i civici musei prevede una «postazione controllo accessi». Verrà in sostanza attivato un tornello elettronico, presidiato da un operatore «solo dall'1-10 al 15-6 dalle ore 9.30 alle 14.30». Il periodo indicato corrisponde a quello in cui il museo è visitato dalle scuole.
Una volta installato, il tornello potrebbe essere usato in occasione di eventi speciali, come le grandi mostre (sempre che ne vengano organizzate altre). La novità verrà introdotta soltanto a conclusione delle procedure di gara. Le buste, con due offerte, sono state aperte il 18 settembre, ma l'assegnazione non è ancora avvenuta per controversie di carattere formale. L'appalto regolerà la gestione dei musei fino al 2014.
L'idea del tornello, comunque, è antecedente il caso Matisse. Da tempo la questione degli ingressi in Santa Giulia attende una soluzione. Fino ad ora la biglietteria è stata esclusivamente manuale, con i classici blocchetti di biglietti da staccare per ogni singolo visitatore. Per modernizzare il sistema, Brescia Musei intende inserirne uno automatico.
Curiosamente, nel giugno 2009 fu proprio la Ribes a proporre una biglietteria tecnologicamente più avanzata alla Fondazione. Si tratta, per inciso, della stessa società che ha gestito in seguito il sistema di bigliettazione direttamente per Artematica in occasione delle mostre su Inca e Matisse.
«Se la Fondazione avesse introdotto la nuova biglietteria automatica interna avrebbero avuto un controllo diretto sull'andamento degli ingressi», spiega Matteo Tradardi, uno dei responsabili della società di Ivrea (ora fallita). Il sistema per certificare il numero dei visitatori, senza aspettare i famosi C1 di Artematica, era dunque a portata di mano. La Fondazione sembrava seriamente interessata, ma l'operazione saltò nella prima parte del 2010. In questo modo, si rinunciò (anche) all'opportunità di avere una lente in più per valutare l'andamento delle mostre. Allo stesso modo, Santa Giulia rimase senza strumenti per affrontare quei flussi intensi di visitatori che solo una moderna biglietteria automatica può fronteggiare.
Con Linea d'Ombra era la Easy Soft di Roma a fornire il servizio , mentre Artematica si affidò alla Ribes di Ivrea. Non cambiò la sostanza: i biglietti sono stati sempre dati in gestione agli organizzatori esterni, Marco Goldin prima e Andrea Brunello poi. Un sistema che ora potrebbe essere radicalmente ripensato.
Emanuele Galesi
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