Santa Giulia: ecco come cambia l'ingresso al museo

I lavori, secondo quanto annunciato dalla Fondazione, dovrebbero concludersi entro fine gennaio 2018
Ingresso. Così a Santa Giulia
Ingresso. Così a Santa Giulia
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Lo stile richiama l’architettura del Nord Europa, ma a progettarla è stato un ingegnere bresciano - Cristian Fracassi -, nei giorni del terremoto dell’Aquila.

Atmosfera calda, design moderno, sostenibilità. Tempo di costruzione: poco più di un mese. Parte da una casetta in legno - Brix System il nome preciso - il restyling dell’area accoglienza al Museo di Santa Giulia. Un risultato scaturito dalla collaborazione tra Fondazione Brescia Musei e la start up Isinnova, che ha fatto anche da sponsor tecnico: il primo passo, in realtà, di un più ampio progetto di rinnovamento dal costo di 50mila euro, finanziato per metà da Regione Lombardia, grazie a un bando, e per metà da Brescia Musei e aziende sponsor.

Alla struttura che assolve le funzioni di biglietteria e bookshop (qui a gennaio sarà in vendita il preannunciato best seller su Mimmo Paladino, 300 pagine, con le foto di Ferdinando Scianna) e la risistemazione dell’area self-bar e del guardaroba, seguirà un intervento sulla parete nord, quella che si affaccia sul giardino di collegamento al Viridarium.

«Diventerà una superficie trasparente - ha annunciato il direttore di Fondazione Brescia Musei Luigi Di Corato -, che consentirà un accesso diretto al giardino, dove per la prossima estate abbiamo in progetto di allestire un punto di ristoro». Idea gradita alla vice sindaco Laura Castelletti: «Fino a cinque anni fa - ha precisato - quel giardino era un parcheggio, oggi è accessibile a tutti, anche senza pagare il biglietto al museo. L’intenzione è di rendere Santa Giulia non solo un luogo di custodia del patrimonio culturale, bensì anche spazio per le persone. La ristrutturazione dell’area accoglienza, in cui transitano ogni anno 200mila visitatori da tutto il mondo, va proprio in questa direzione».

I lavori, secondo quanto annunciato dalla Fondazione, dovrebbero concludersi entro fine gennaio 2018, anno in cui Santa Giulia, oltre a spegnere le sue prime venti candeline, ospiterà la mostra «Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia» (dal 21 marzo al 21 luglio), il cui bando di finanziamento, prorogato, scadrà il 15 del prossimo mese.

«Abbiamo voluto dare più tempo alle aziende interessate - ha spiegato Di Corato -, viste le chiusure natalizie, diverse si sono fatte avanti». Chi e quante non è (ancora) dato sapere, ma il presidente di Fondazione Brescia Musei Massimo Minini si è sbilanciato: «Siamo a un 70% circa e ci saranno opere importanti da tutto il mondo, oltre che dalla Diocesi». Speranze per il Polittico Averoldi? «Continuiamo a parlarne e se non fosse consentito il trasferimento di alcune opere, si potrebbe studiare un percorso di collegamento tra Santa Giulia e le chiese cittadine». Nel frattempo la temporanea su Ferlinghetti, a detta di Minini: «Sta andando bene, non è Van Gogh, ma siamo soddisfatti».

 

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