Sana, la morte prima del volo di ritorno e la fretta dei parenti
Dopo l’autopsia, dovranno passare dai 15 giorni ai tre mesi di tempo per conoscere le esatte cause della morte di Sana Cheema, la 25enne bresciana deceduta il 18 aprile scorso in Pakistan in circostanze sospette. Al punto che, sei giorni dopo il suo decesso, la polizia ha arrestato il padre, il fratello e lo zio della giovane con l’accusa di omicidio e sepoltura senza autorizzazione.
Se quella di ieri è stata la giornata della riesumazione delle spoglie della giovane e dell'esame post-mortem, le autorità di Islamabad dovranno fare luce su molti altri aspetti. A partire da un elemento che appare sospetto alla luce della situazione: Sana - emerge dai comunicati della polizia pakistana - sarebbe dovuta rientrare in Italia con un volo che partiva alle 3 del mattino di quel fatidico 18 aprile. Cinque ore prima, è stata caricata in auto «per essere portata all’ospedale di Gujrat perché stava male», ha dichiarato il padre.
Poi, la morte e la sepoltura, avvenuta senza autorizzazione. E - stando alla testimonianza di uno dei custodi del cimitero raccolta dall’emittente pakistana Geo News «la fretta che i parenti della ragazza avrebbero manifestato per seppellire il cadavere, al punto da aver portato con sé due operai per scavare la fossa».
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