Sana Cheema, il ministro della Giustizia autorizza nuove indagini
«Il ministro della Giustizia Bonafede ha autorizzato nuove indagini italiane sulla morte di Sana Cheema. Da Roma è stata firmata la procedibilità». Lo ha detto il procuratore generale di Brescia Pierluigi Maria Dell'Osso che ha avocato l'inchiesta sulla morte in Pakistan di Sana Cheema, cittadina italiana di 24 anni, uccisa in patria un anno fa.
In Pakistan tutti gli imputati, tra cui il padre, il fratello, la madre ed uno zio della giovane, sono stati assolti «per mancanza di prove».
«Sono stati acquisiti tutti gli atti processuali e tutti gli atti di polizia in merito alla morte di Sana Cheema e le autorità pakistane sono state disponibili» ha spiegato il procuratore generale di Brescia sull’uccisione di Sana Cheema che ha rifiutato le nozze combinate ed è morta in Pakistan nell’aprile di un anno fa poche ore prima di salire su un volo che l’avrebbe riportata a Brescia dove la giovane, cittadina italiana, ha vissuto fino al gennaio 2018.
«Non c’è uno specifico ruolo della madre nell’omicidio ma c’è la consapevolezza di quanto deciso dalla famiglia sulle sorti di Sana» ha detto il procuratore generale bresciano. «Il padre e il fratello hanno confessato il delitto spiegando di aver utilizzato un turbante, per assassinare Sana. Le dichiarazioni - ha spiegato Dell’Osso - sono state acquisite dalla Polizia ma per avere piena valenza giuridica sarebbero dovute essere verbalizzate anche dal magistrato, ma non è stato fatto».
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