San Bartolomeo piove (e San Giorgio sorride)

Dal 2 al 24, agosto si conferma come sempre il mese della svolta
Vendemmia -  © www.giornaledibrescia.it
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Agosto mi appare, da sempre, come il mese della svolta: l’estate è al suo culmine ma già guarda avanti. Lo confermano la luce («Al més de agóst, apéna zó ’l sul gh’è fósc»), il clima («L’acqua de agóst la rinfrèsca ’l bósc») e i ritmi dell’agricoltura («’Na sapàda de agóst la va töta en móst»). Proverbio - quest’ultimo - che a dire il vero denuncia appieno la sua età, perché ci racconta di una vendemmia bresciana che era tutta concentrata su rossi e bianchi tradizionali e quindi spostata su settembre. Mentre oggi il Franciacorta - che pesa quasi la metà del vino di casa nostra - vede la sua vendemmia concludersi già in questi giorni.

La coda agostana, insomma, è tutta calante (dice il maltempo: «Con San Bartolomé (il 24/8) all’Adamé comande mé»). Eppure il mese si era aperto con quella magniloquente ricorrenza («Él dù de agóst») che ammicca alla solida capacità tutta maschile di farsi testimone.

A proposito di «dù», vi propongo qui integrale la mail che il nostro lettore Claudio da Chiari ci ha inviato dopo la rubrica sui generi tra italiano e dialetto. Eccola: «Il bresciano nasconde, o meglio, occulta in modo bonario, poiché nessuno ci fa caso, anche un’altra vicenda di sesso, quella del numero due e del tre. Infatti se l’oggetto della numerazione è maschile come ad esempio due martelli il corrispondente sarà dù martèi a differenza del femminile dò galìne, ed anche tré sensài, nel senso di tre mediatori, o trè giòrgie, signore dai facili costumi che si dice esercitassero la loro professione, o missione, nelle vicinanze della chiesa di San Giorgio in città».

Non riuscirò più a passare da via Gasparo da Salò senza un sorriso. Grazie.

 

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