«Salute al primo posto»: tanti bar e negozi scelgono la chiusura
Il momento è delicato. Oltre all'emergenza sanitaria, di cui conosciamo le sfaccettature sempre più preoccupanti, l'epidemia di coronavirus che ha coinvolto tutta Italia, in particolar modo la Lombardia, sta mettendo a dura prova anche la situazione economica di migliaia di attività commerciali.
Oltre ai titolari di palestre e centri sportivi, agli ambulanti e ai lavoratori che non hanno la possibilità di accedere allo smartworking, ci sono diverse categorie di professionisti che questa situazione rischia di mettere in ginocchio. Per contenere il contagio e evitare il collasso del sistema sanitario, le misure previste dall'ultimo decreto del governo hanno imposto la chiusura forzata delle scuole e di alcune attività fino al 3 aprile, oltre ad aver introdotto orari precisi per bar e ristoranti. Eppure, nonostante alla porta ci siano settimane difficili, c'è chi ha scelto di mettere la salute dei clienti e dei dipendenti al primo posto, rinunciando a tenere aperto anche in quelle fasce orarie o in quelle modalità che il decreto consente. Stop alla campagna #brescianonsiferma - un'iniziativa organizzata in buona fede e che fino a pochi giorni fa spopolava sui social ma che ora va per forza di cose accantonata - e spazio ad una più consapevole #rimaniacasa.
Sono almeno una cinquantina i bar del centro storico che hanno scelto di loro iniziativa di tenere giù la saracinesca. Stessa decisione per un bar a Brescia Due, sulla cui vetrina si legge: «A seguito delle recenti disposizioni, questo esercizio rimarrà chiuso al fine di tutelare la salute delle persone». Una presa di posizione non scontata, in particolare per un locale come questo che, immaginiamo, lavori soprattutto in orari d'ufficio considerata la zona e che dunque avrebbe potuto continuare regolarmente la sua attività. Una visione simile arriva anche da un locale dell'hinterland, che scrive sulla sua pagina Instagram: «Non ce la sentiamo di aprire e servirvi la colazione o l'aperitivo facendo finta di niente. Avremmo gli spazi per tenere aperto garantendovi le distanze di sicurezza, ma non ce la sentiamo di mettere in pericolo la vostra salute e neanche la nostra e quella dei nostri collaboratori, che lavorano dietro al banco o in cucina. Dunque, anche se ci aspetta un mese di apnea, considerato che dal bar dipendono gli stipendi della nostra e di altre famiglie, abbiamo deciso di tenere chiuso».
Una campagna per tenere chiusi i ristoranti, inoltre, ha preso il via da alcuni chef che intendono non aprire al pubblico fino a quando non sarà arginata l'epidemia. Alcuni hanno già aderito, dalla Franciacorta alla città, e tanti altri si stanno aggiungendo in queste ore.
Moltissimi anche i negozi che si stanno organizzando per effettuare solo consegne a domicilio, permettendo ai clienti di restare a casa e ricevere la spesa sulla porta, che si tratti di libri, abbigliamento, articoli di profumeria o generi alimentari.
Questi i promotori dell'iniziativa:
Dolcevite
Foscobar
Cyrcle cafè
Il Porticone
Torre d'Ercole
Mondo liquido
Bottega
Monaci sotto le stelle
Cristó-Café & Cuisine
Rufio
Scarabeo
Al 14 bar
Piantavigna
Les Copains d'Abord
Locanda dei Guasconi
Estratto
Pizzeria da Gianni
Martha
La Torre
Alimento
Porteri
I du' de la contrada
Foyer
Birralab
Caffè InCavalla
Officina cucina
Osteria della zia Gabri
Carmentown
Piedigrotta e l'altra Piedigrotta
Signorvino
Incipit
I Nazareni
Manfredi
Mauri's l 'hamburgheria
Marchino
Al banco
Osteria Croce Bianca
Dhabbu-l'asiatico
Scuderia
Spine
Trattoria da Ceco
Ficomaeco
Marlin cafè
Amante lunch cafè lounge
Osteria al bianchi
Trattoria Gasparo
Vivi Bistrot
Colazione da Ginny
Trattoria «La Campagnola» di Costalunga
Bar Magenta
Cuba cafè
Chiosco del boccio
Laboratorio Lanzani
Lanzani Bistrot
Checchi cafè
Checchi Downtown
La Bodeguita
Bottega del Garzone
Casa Nani
Sottoscala
Bar Battaglie
Crivello
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