Salme dei bimbi mai nati, diffuso l'elenco dei nomi e cognomi

Diffuso il 20 ottobre l’avviso che anticipa l’esumazione di una parte di salme di feti ora sepolti nel riquadro A fila 5 del cimitero
Sono 65 i feti seppelliti nel 2020 -  © www.giornaledibrescia.it
Sono 65 i feti seppelliti nel 2020 - © www.giornaledibrescia.it
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Ci sono Isabel, Ibrahim e Mathias. Tutti sepolti lo stesso giorno d’estate. Come Andrea, Rita, Nicolò e Jenny. E poi 84 Celeste, maschi e femmine. Sono 164 nomi e cognomi, con 164 madri e 164 storie di aborti, terapeutici o spontanei.

Un lungo elenco esposto al Cimitero Vantiniano in città e pubblicato online. È stato diffuso il 20 ottobre l’avviso firmato dai Servizi cimiteriali del Comune di Brescia, che anticipa l’esumazione di una parte di salme di feti e bambini nati morti o mai nati, ora sepolti nel riquadro A fila 5 del cimitero munumentale.

Lo stesso riquadro che, insieme a quelli vicini, è stato al centro delle polemiche scatenate dal caso romano di una donna che, senza averne mai dato il consenso, ha trovato il proprio cognome su una lapide, lì dove qualcuno aveva sepolto senza alcuna comunicazione il suo bambino mai nato. Una storia che ha trovato riscontri anche nella nostra città, dove il Vantiniano è tra i pochi cimiteri in Italia ad avere una sezione dedicata a queste sepolture.

È qui che i feti vengono seppelliti da associazioni religiose che danno il nome Celeste abbinato al cognome della madre (o più raramente del padre). In questo elenco oltre alla data della sepoltura, c’è indicato pure il giorno dell’aborto. In attesa che si pronunci il Garante della privacy su quello che appare un cortocircuito burocratico, le operazioni di esumazione a Brescia inizieranno nel 2021 e richiederanno due anni.

Nell’avviso si legge: «La data sarà comunicata alcuni giorni prima ai parenti che avranno comunicato ai custodi un loro recapito». Da qui la necessità formale di pubblicare ed esporre l’elenco, che raggruppa i morti dal 27 giugno 2007 al 29 febbraio 2008.

Con una nota: «L’esumazione verrà eseguita anche in assenza dei parenti» e dal giorno successivo restano tre mesi di tempo per richiedere «i resti mortali». Scaduto il termine, qualora nessun familiare chiedesse un’ulteriore sepoltura nelle cellette ossario o la cremazione «a propria cura e spese», i resti saranno collocati nell’ossario comune. Più della metà dei feti o nati morti, 84, porta il nome Celeste. Sepolti dal Comune di Brescia dopo che un’associazione religiosa prende in carico i feti in virtù di accordi con gli ospedali pubblici e privati. Il tutto spesso avviene, come ricostruito recentemente con testimonianze dirette, senza che la madre ne venga informata. 

Così, a meno che non scoprano ora che la sepoltura è avvenuta consultando l’elenco o visitando il Vantiniano, è probabile che ci siano 84 donne che - dopo aver dovuto o voluto, tra il 2007 e il 2008, interrompere la gravidanza - resteranno inconsapevoli che una riesumazione potrebbe riguardarle da vicino. E magari che il loro cognome è rimasto nero su bianco per 12 o 13 anni in un cimitero, accanto a una data.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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