Saldi al via nel Bresciano: la pioggia frena la corsa, ma non nei centri commerciali
Primo giorni di saldi invernali a Brescia. Un esordio nel segno della pioggia che, abbondante e ininterrotta dalla mattina, ha bagnato gli acquisti di quanti hanno voluto approfittare dei ribassi. Così, se per i centri cittadini, da Brescia a Desenzano, non si è potuto registrare il pienone, ma un afflusso senza acuti, il clima è stato più caldo nei centri commerciali.
Da Elnos a Roncadelle alle Porte Franche a Erbusco, da Il Leone di Lonato all'outlet Franciacorta Village a Rodengo, gli acquisti ai negozi è stato visibilmente più consistente. A partire dalle code che, fin dalla mattina, hanno caratterizzato gli accessi ai centri commerciali, segnale inequivocabile della mobilitazione da taglio dei prezzi.
I numeri dei centri commerciali
Ottimi numeri a livello di presenze (e acquisti) si sono registrati al Franciacorta Village, confermati dagli oltre 3mila parcheggi occupati (o quasi) sin dall’apertura. Stesso mood anche a Roncadelle. «Il flusso dei visitatori è stato vivace fin dalla prima mattinata, con presenze ben distribuite nell’arco della giornata. La previsione di chiusura è di oltre 45mila ingressi: numeri da pre-pandemia, che confermano il trend positivo dell’ultimo trimestre del 2023» fa sapere Giovanni Umberto Marzini, meeting place manager di Elnos Shopping.
Anche Michele Stillavato, direttore de Le Porte Franche di Erbusco, traccia un primissimo bilancio: «Non siamo ancora ai numeri del 2019, ma come inizio siamo soddisfatti». Il primo giorno di saldi cade quest’anno, per il centro commerciale franciacortino, in concomitanza con i primi 25 anni di vita, festeggiati da una nuova app promossa dentro gli spazi di via Rovato, 44, fianco a fianco ai cartelli dei ribassi di gennaio. Trama simile a Il Leone: pieno sin dal mattino, con tante famiglie, molti i carrelli della spesa («approfittiamo per il pranzo dell’Epifania»), parecchi sacchetti. Affollamento da mattina a sera a bar e ristoranti per colazioni, aperitivi, pranzi.
Le voci di chi vende e chi compra
Per i negozi del centro cittadino la prima giornata non è stata da incorniciare, anche se ci sono state eccezioni. «Le favole di Alice», tra via Dante e via Pace, è una di queste. Qui le sorelle Valentina e Stafania Bertagna hanno avuto un inizio inaspettato. «Siamo molto contente, non ce l’aspettavamo dato il meteo che favorisce l’afflusso ai centri commerciali. Siamo state premiate dall’affetto dei clienti. Per l’occasione abbiamo spostato l’orario continuato a oggi invece del solito giovedì».
Tra chi acquista e si incontra su corso Zanardelli tra mattina e pomeriggio, si legge una certa determinazione: «Sono in giro per mia figlia» dice una signora con in mano una borsa di un marchio di biancheria. «Ho già comprato tutto» ammette poco prima di mezzogiorno, un uomo con due borse di marchi di abbigliamento e calzature casual. Proprio questi due generi di acquisti sono quelli che, secondo un sondaggio Ipsos, sono i più ambiti tra il 40% degli italiani che spenderà in saldi. In cima alla classifica ci sono le scarpe (58%), poi maglioni e felpe (56%), segue l'intimo (34%), poi gonne e pantaloni (33%) e maglie, canottiere e top (29%); sotto la media capispalla (21% contro il 27% dello scorso anno).
Previsioni, desideri e cambiamenti
Un primo movimento, dunque, c'è stato nel Bresciano verso quel valore di spesa complessivo di 101,5 milioni di euro che l'Ufficio di Confcommercio stima per i saldi in corso nella nostra provincia e che coinvolge oltre 9mila punti di vendita. Un valore in leggera crescita rispetto all'anno precedente. Il Codacons, invece, prevede un giro d’affari inferiore ai livelli pre-covid, tra i 4 e 4,5 miliardi rispetto agli oltre 5 del 2019. A fine stagione si potrà tirare il bilancio definitivo.
Intanto il polso lo tasta Francesca Guzzardi, presidente Fismo Confesercenti della Lombardia Orientale e commerciante del centro storico: «L’attesa del saldo c’è ancora, perché gli sconti sono capaci di esaudire ancora i desideri, dando la possibilità di acquistare qualcosa che, magari, a prezzo pieno non ci si concede. Non solo: si aiuta anche la propria città e i negozi che sono punti di riferimento. Certo è che vorremmo cambiare la data, posticipandola di un mese, e la durata, limitandola a 30 giorni. Oggi quattro mesi all’anno sono di ribassi in periodi, come luglio o gennaio, che sono ancora stagione piena».
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato