Romeda, il Comune vende la villa di Opio per oltre un milione

La residenza in Provenza donata dall’artista aveva costi proibitivi di restauro «Più conveniente vendere»
La scultura donata alla cittadina provenzale di Opio - © www.giornaledibrescia.it
La scultura donata alla cittadina provenzale di Opio - © www.giornaledibrescia.it
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A conti fatti i grattacapi pesavano più delle gioie e gli oneri più degli onori. Così, alla fine, il Comune di Brescia ha deciso di dare il via libera alla vendita della splendida villa provenzale di Opio, buen retiro dell’artista sebino Bruno Romeda, che aveva lasciato la casa condivisa col compagno Robert Courtright in eredità a Brescia Musei. Alla morte dello scultore, nel 2017, la Fondazione cittadina aveva ricevuto un lascito milionario, che comprendeva la villa, con tutto il suo contenuto di opere d’arte, fra bozzetti, disegni e quadri, da Picasso ad Anish Kapoor. Unica condizione: dare risalto alla produzione di Romeda e Courtright e di altri artisti contemporanei.

La villa di  Romeda e del compagno Robert Courtright - © www.giornaledibrescia.it
La villa di Romeda e del compagno Robert Courtright - © www.giornaledibrescia.it

L’accordo

«Sono state fatte delle valutazioni sul possibile impiego - riferisce il direttore di Brescia Musei Stefano Karadjov - ma a fronte della distanza, della logistica e, soprattutto, dei costi degli ormai imprescindibili interventi di ristrutturazione, abbiamo ritenuto più opportuno vendere la villa. Anche perché dopo il Covid il valore degli immobili in quell’area è salito tantissimo: addirittura la valutazione è passata da 790 mila euro a oltre un milione».

La scorsa primavera, dunque, è stato dato mandato allo studio immobiliare Capan & Borders, con sede a Nizza, di redigere una perizia con stima della proprietà e il valore complessivo era stato quantificato in un milione e cinquanta mila euro. Il prezzo di presentazione sul mercato è stato successivamente fissato a 1,2 milioni. Da un privato è giunta, attraverso la PVN Reak Estate di Montecarlo, un’offerta da un milione e 113 mila euro, aumentata in sede di trattativa fino a un milione e 160mila euro, comprese le spese di agenzia ed eventuali oneri fiscali connessi alla vendita. Da qui la decisione di alienare la villa campestre col placet della Loggia che, nei giorni scorsi, ha approvato l’apposita delibera. I proventi della vendita andranno a rimpinguare il «tesoretto» Romeda e serviranno, fra le altre cose, a contribuire alla realizzazione dei percorsi di scultura in Castello che vedranno la luce non prima del 2024.

In Castello

«In questo momento - ricapitola Karadjov - sono in corso gli approfondimenti relativi ai ritrovamenti archeologici nell’area prospiciente i magazzini oleari. Scavi che hanno portato alla luce strutture di grandissimo valore, che ci consentiranno di integrare le passeggiate di scultura con percorsi archeologici di prestigio. Si tratta di ritrovamenti straordinari: i più importanti dopo Santa Giulia e il Capitolium».

Ad ogni modo i tempi si preannunciano dilatati. Nel 2023, anno della Capitale della Cultura, i cantieri resteranno in stand by per non impedire a cittadini e turisti la fruizione dei beni. Quindi bisognerà aspettare il 2024 per il via al cantiere che porterà alla realizzazione dei percorsi destinati ad ospitare le opere di Bruno Romeda, contestualmente all’ascensore progettato da Klaus Scherer che, dalla Fossa delle Vipere dovrebbe salire alla Torre Mirabella facendo tappa proprio sulla terrazza Romeda. Nel frattempo il 2023 dovrebbe portare una personale dedicata all’artista in un luogo tenuto ancora top secret. Intanto Brescia ha «restituito» a Opio la scultura che Romeda aveva promesso alla cittadina, rimasta incompiuta a causa della morte improvvisa».

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