Romanzocrimi per Vito lo smentito
Con quell'aria un po' così, da portavoce «afonizzato» dal suo stesso Movimento, il senatore e capogruppo dei Cinque Stelle, Vito Crimi, bresciano d'adozione, si è guadagnato in pochi giorni scatti ronfanti, bacchettate da Beppe Grillo, un hashtag tutto suo e un soprannome figlio della situazione: Vito lo smentito.
«Chi di web ferisce, di hashtag finisce (infilzato)» è tra i più asciutti e diretti tweet, lo ha cinguettato Politica Italiana. Il resto della sinfonia su Twitter non risparmia niente e nessuno, con toni che vanno dall'irriverenza alla compassione pungente, dal «a me fa venir voglia di abbracciarlo, povero patato», «fa tenerezza che manco quelli del Pd», al «dimmi di "sni"».
Non parla, se non in una rete dentro cui rimane costantemente impigliato, con Grillo pronto a sgridarlo per ogni sillaba che scollina il tracciato firmato con Casaleggio. E l'avventura a Palazzo Madama, per Vito, si complica irrimediabilmente: «Il buon Crimi che ogni giorno si immola per dimostrare che nel M5S esiste la democrazia» è un altro tweet per il paladino eletto, «il vicino che mai vorreste trovarvi ad un'assemblea condominiale». Del resto «l'Italia è sempre più un paese di santi, poeti, navigatori, pentiti e smentiti» e nella lista di «domandedanonfare a Vito Crimi: c'è qualcosa da dichiarare?».
Su Twitter si è scatenato un concerto ed è difficile pensare che sia la prosecuzione di quella rivolta di Trolls denunciata da Grillo. Più facile intuire che la satira sia arrivata anche in casa di Vito lo smentito, non solo per la (divertente) parodia di Maurizio Crozza. È presto per sapere se sarà «smentita che quella sulla schiena sia peluria: è il tappetino poggiapiedi di Grillo». Intanto i cinguettii continuano. E le smentite in casa M5S-Crimi pure.
Giovanna Zenti
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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