RomagnaNostra, la generosità non va in vacanza: la raccolta vola a 600mila euro
La generosità non va in vacanza, ne è testimonianza concreta la nostra raccolta RomagnaNostra: con le ultime donazioni il totale ha superato quota 600mila euro. Un risultato straordinario che racchiude i volti delle centinaia di persone che hanno risposto «presente» alla richiesta di aiuto arrivata da una terra martoriata dall’alluvione di fine maggio. E ancora una volta a fare da tramite c’è un progetto che vede in campo l’Editoriale Bresciana con Fondazione della Comunità Bresciana e con l’Associazione Comuni Bresciani.
La sfida
Le donazioni sono arrivate a quota 972, e, appunto, non si fermano neppure in questi giorni ormai vacanzieri. Accade così che la famiglia Streparava proponga ai dipendenti dello stabilimento di Adro di partecipare a RomagnaNostra, la risposta non si è certo fatta attendere. «Come abbiamo fatto anche in passato per le iniziative del Giornale di Brescia - spiega Paolo Streparava, amministratore delegato del gruppo di famiglia - lanciamo una sfida ai nostri dipendenti, ovviamente nella totale libertà di ognuno: come azienda metteremo la stessa cifra che raccoglierete voi. Così è stato anche questa volta con chi lavora nel nostro stabilimento di Adro».
Un metodo, se così possiamo dire, che ricalca il modo di finanziare i progetti che è proprio della Fondazione della Comunità Bresciana, istituzione che ha avuto come presidente anche Pier Luigi Streparava, papà di Paolo. «Sappiamo bene quanto è difficile fare impresa - sottolinea l’amministratore delegato -, e immaginiamo quanto lo diventi di fronte a eventi catastrofici come l’alluvione in Emilia Romagna. Da queste riflessioni è partita la volontà di aderire alla vostra raccolta fondi, per aiutare concretamente le tantissime famiglie che si stanno rialzando; non è certo facile ma, tramite RomagnaNostra abbiamo voluto dire loro: non siete soli»
Un «non siete soli» che si ripete in continuazione da settimane, di persona in persona, di famiglia in famiglia, da un’associazione all’altra, da un’azienda all’altra fino a raggiungere (per ora) i 600mila euro. E non è ancora finita. Si può continuare a offrire il proprio contributo a «RomagnaNostra».
Nel tempo
Quello messo in campo per RomagnaNostra è un vero e proprio format che garantisce una doppia (fondamentale) efficienza: nella raccolta dei fondi e nella loro destinazione certa e puntuale. La prima raccolta fondi che vide in campo il Giornale di Brescia risale al terremoto in Friuli nel 1976: i fondi vennero destinati alla costruzione del Villaggio Brescia a Buja.
Da ricordare «Non lasciamoli soli» raccolta creata dopo il sisma del 2016 delle Marche e grazie alla quale è stata ricostruita la scuola di Gualdo. Prima c’erano stati il Centro polifunzionale di Monticchio, costruito dopo il terremoto in Abruzzo.
Ma certamente l’esperienza più straordinaria (da tutti i punti di vista) è stata aiutiAMObrescia, una raccolta che, durante i mesi più bui della pandemia, ha superato i 18 milioni di euro, diventando un caso unico in Italia (e nel mondo) per la capacità di raccogliere risorse dai privati e incanalarle poi in aiuti concreti, in tempi in cui (lo ricordiamo bene) tutto questo appariva impossibile. Fu un sogno diventato realtà. Migliaia e migliaia di donazioni che con la loro luce squarciarono il buio nel quale eravamo piombati. Quella luce non si è mai spenta, una luce che oggi splende con RomagnaNostra.
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