Rolfi inaugura la sede elettorale: «Vogliamo una Brescia popolare, non radical chic»
Ad indicare la posizione esatta della sede ci ha pensato la folla che, in semicerchio, ha formato una piazza davanti all’ingresso: «Non si riesce ad entrare, è tutto pieno» anticipano i simpatizzanti. Ed è esattamente questa l’istantanea di ciò che vuole essere la sede elettorale di Fabio Rolfi, candidato sindaco del centrodestra: «Una porta sempre aperta, in cui proseguire quell’ascolto quotidiano dei cittadini e raccogliere problemi da risolvere e idee per farlo».
Il candidato sindaco del centrodestra, dal microfono, lo ripete: «Noi siamo e vogliamo una Brescia popolare, non radical chic, per portare le istanze delle persone nel cuore della Loggia».
Accanto a Rolfi, ci sono gli amici e colleghi di partito di sempre (da Davide Caparini a Stefano Borghesi, da Paolo Formentini a Michele Maggi e Alberto Bertagna), ma anche tanti collaboratori che lo accompagnano verso il voto del 14 e 15 maggio, a partire da coloro che fanno parte del mondo civico.
Il taglio del nastro simbolico scocca alle 16.45, ma è preceduto dal «discorso del re» e da alcuni dei temi centrali di un programma elettorale «in costruzione e che parte dal basso»: una città agile, con tutti i servizi «a portata di 15 minuti», un centro per anziani e un centro sportivo per ogni quartiere, una sicurezza di prossimità isituendo il vigile di quartiere («vorrei che ogni commerciante avesse il numero di telefono dell’agente di riferimento»), un albo comunale delle babysitter e una riprogrammazione del doposcuola «per una Brescia a misura di famiglia». Tutto senza dimenticare il costo della vita: «Benissimo la crescita dei dividenti di A2a, ma se crescono gli utili non possono sempre crescere anche i costi per i cittadini, a partire dalle bollette» specifica Rolfi, che annuncia infine anche di voler puntare sulla tariffa puntuale per una diversa gestione della Tari.
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