Rolex vero, assegno tarocco: arrivano Le Iene e i carabinieri
Resta solo da capire come il truffatore, molto più probabilmente i truffatori, sia riuscito anche a rispondere al telefono della banca e ad assicurare al truffato la copertura dell’assegno circolare, risultato poi buono come una banconota del Monopoli, che di lì a poco avrebbe girato al truffato in cambio del suo introvabile Rolex.
Il resto è tutto chiaro, tanto a Chris Petrucci, quanto ai carabinieri che sono intervenuti per tempo e hanno impedito lo scambio per il quale il proprietario dell’orologio, molto probabilmente, ci avrebbe perso 12mila euro e alcuni giorni di sonno.
Succede questo, a raccontarcelo, con il suo prezioso al sicuro, è la scampata vittima. Petrucci, toscano di origine con un presente da operaio, ma un passato da deejay e conduttore radiofonico, è uno che con le lancette di pregio ha spesso a che fare. Le acquista, le rivende, le riacquista.
Ai suoi pezzi non si affeziona, non più di tanto almeno. E non si affeziona nemmeno all’ultimo avuto al polso, benché sia una primizia: un Rolex Deepsea, ultimissima referenza. Un orologio della famiglia Submariner progettato per gli abissi e caratterizzato dalla particolare colorazione del quadrante: un blu che diventa nero proprio come l’oceano quando dalla superficie si punta verso gli abissi. «Il pezzo fa gola. Per averlo ci vogliono anche due anni. C’è chi, per indossarlo subito, è disposto a pagarlo più del prezzo di listino (12mila euro, ndr) - ci spiega Chris -. Io ne ho uno al polso e ne ho ordinato un altro. Appena il secondo è disponibile così decido di mettere il primo in vendita su un noto sito internet».
Chiede 14mila euro, il tempo di pubblicare la foto e il numero di cellulare e l’affare è pressoché fatto. Nel giro di pochissimo infatti chiama Tizio, accento meridionale. «Mi ha detto di essere interessato - ci ha spiegato Petrucci - e che era disposto a pagarmelo ma solo con un assegno circolare. Io volevo i contanti, ma lui ha cercato di tranquillizzarmi dicendomi che ci saremmo trovati in banca, che io avrei potuto fare le mie verifiche e che, se fosse stato tutto a posto, avremmo concluso l’affare».
Petrucci annusa la truffa e in filiale alle poste a Desenzano si presenta solo dopo essersi messo in contatto con i carabinieri e le Iene che, a distanza di sicurezza, seguono in diretta tutta la trattativa. «Siamo entrati in banca, ho dato alla direttrice l’assegno e con lei abbiamo cercato su internet il numero dell’istituto che l’aveva emesso. Abbiamo chiamato. Ci è stata passata la direttrice della filiale che ha verificato le coordinate del titolo e ci ha detto che era coperto». Niente di più falso. La riprova? Una seconda telefonata, fatta dai carabinieri del Nucleo Investigativo alla centrale di verifica, smentisce tutto. L’assegno è più tarocco di un Rolex venduto sulla spiaggia.
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