Roberto e Giuliano,145 anni in due, da Gussago a Capo Nord in moto
Un’impresa nata da una suggestione, da un’idea inizialmente provocatoria e poi diventata concreta. «E se andassimo in moto fino a Capo Nord in moto?» si sono chiesti l’ottantenne Roberto Gigola e Giuliano Venturelli, 65 anni, due amici di Gussago che hanno condiviso per anni il sogno.
Arrivata la pensione, il pensiero si è fatto sempre più presente e con il giusto compagno di avventura, una persona con cui si ha sintonia e su cui si può fare affidamento durante gli imprevisti, non c’erano più scuse. Gli amici di vecchia data hanno così iniziato a programmare il tragitto del viaggio alla vecchia maniera, scrivendo su un taccuino le tappe da raggiungere e consultando guide turistiche comprate in libreria.
Entrambi con i loro talenti (Roberto è un restauratore, potrebbe passare ore a raccontare la storia di chiese e monumenti, Giuliano, invece, ha lavorato per un’azienda che costruisce mezzi antincendio e ha viaggiato molto imparando l’inglese) hanno preparato un itinerario indimenticabile. In un secondo momento sono intervenuti i membri più giovani delle loro famiglie che, con molta pazienza, hanno insegnato ai due come usare actioncam, interfono e applicazioni per smartphone utili per prenotare ed orientarsi.
«Ci è stata di grande supporto la figlia di Giuliano, Francesca, che ci ha prenotato gli hotel tramite internet giorno per giorno, dandoci la possibilità di ascoltare il nostro corpo: ogni giorno è diverso e non è sempre possibile percorrere la stessa quantità di chilometri - dicono Giuliano e Roberto -. Avevamo portato con noi anche la tenda e il sacco a pelo, ma alla nostra età dormire per terra al freddo non è facile come quando si hanno 20 anni». Una delle cose che ha colpito di più i due bikers è come sia cambiato il mondo, plasmato sempre più dalla tecnologia: «Durante il viaggio ci siamo ritrovati in alberghi senza receptionist, dove per accedere alla tua camera o al ristorante devi controllare un palmare all’ingresso o scansionare un codice QR con lo smartphone. È strano, se da una parte la tecnologia ci è stata utilissima, dall’altra ci siamo resi conto che si è un po’ perso il contatto umano».
I due centauri sono arrivati a Capo Nord lo scorso 4 luglio e non senza fatica: «Che sia un viaggio in camper, in moto o in bicicletta, ci sono sempre dei rischi e bisogna stare attenti. Per raggiungere la terrazza panoramica a Nordkapp abbiamo percorso una strapiombo sul mare, eravamo circondati da una coltre di nebbia che poteva fare concorrenza a quella di Brescia. Siamo stati un po’ incoscienti, ma la voglia di arrivare era tanta e l’emozione unica».
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