Rivoluzione Avis, le unità di raccolta ridotte a 19

Da gennaio, la norma rende più stringenti i requisiti per le unità di raccolta, ridotte da 45 a 19 nel Bresciano.
Rivoluzione Avis, ridotte le unità di raccolta: da 45 a 19
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Due mesi di rivoluzione per le tante sezioni dell’Avis della nostra Provincia. Dal primo gennaio dell’anno prossimo, infatti, l’entrata in vigore di una nuova normativa sulle trasfusioni, farà traslocare più della metà delle unità di raccolta bresciane. Se attualmente le sedi Avis in cui avvengono le donazioni di sangue sono 45, tra meno di due mesi queste si ridurranno a 19, a fronte di ben 101 sezioni locali (guarda la tabella delle nuove sedi in pdf).

Cambiamento strutturale profondo che riguarda gli oltre 33mila donatori bresciani. Dovuto a nuove norme che trovano il proprio fondamento in una direttiva europea del ’98, e nelle norme varate di conseguenza dalla Regione circa i requisiti minimi per la donazione e per l’organizzazione dei locali adibiti a raccolta. La novità principale riguarda le unità di raccolta, che devono avere ora una destinazione sanitaria. Quindi stop a donazioni nelle scuole, case di riposo o altri spazi pubblici non adatti.

Queste unità devono inoltre rispondere a precisi requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi. I locali devono essere dedicati, con pavimenti ospedalieri, muri lavabili, impianti elettrici e di ricambio d’aria ben determinati, luci corrette. Inoltre devono esserci poltrone fisse con bilancine pesa-sacche collegate ad un impianto digitale, per mettere in rete i dati. È necessario inoltre, nel caso di unità di raccolta non al piano terra, un ascensore portabarelle. Medici ed infermieri devono essere certificati per quella mansione.

Nel Bresciano, alcune realtà (come Montichiari) si sono già adeguate, altre lo stanno facendo, una parte traslocherà. Ma allo stato le unità di raccolta saranno di fatto più che dimezzate.

Luca Bordoni

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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