Ritrovarsi dopo mesi di buio

Difendiamo le donne quando vengono ammazzate, ma sono gli insulti la prima forma di violenza
Silvia Romano abbraccia mamma e sorella - © www.giornaledibrescia.it
Silvia Romano abbraccia mamma e sorella - © www.giornaledibrescia.it
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L’immagine è stata forte. Per noi, che l’abbiamo vista da casa, e chissà per la sua famiglia. Una figlia torna dopo un anno e mezzo nel buio del mondo, avvolta in uno jilbab. Il sorriso di Silvia Romano è lo stesso delle foto scattate all’orfanotrofio di Chakama, ma mentre scendeva dall’aereo siamo rimasti spiazzati. Da mamma ho pensato molto a Francesca Fumagalli. Sua figlia è viva, è la cosa più importante. L’amore di una madre sa superare qualsiasi cambiamento.

Eppure mi sono chiesta quanto possa essere spaventoso ritrovare una figlia che a prima vista, dopo mesi di silenzio, sembra così diversa da come l’avevi lasciata, nonostante probabilmente avessi messo in conto che se mai fosse tornata, sarebbe tornata cambiata. Da mamma mi sono sentita disorientata, tra la gioia di aver riavuto mia figlia e il bisogno di ri-conoscerla. Poi ho provato sdegno: difendiamo le donne quando vengono ammazzate, ma sono gli insulti la prima forma di violenza.

Silvia ha raccontato di una conversione spontanea. Le hanno sconsigliato di presentarsi in Italia col velo, ma non ha voluto tradire quella promessa fatta nei giorni più bui. È una ragazza forte. Come sua madre, che dopo averla riavuta si trova ora a doverla proteggere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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