Rischio sismico, vulnerabile la metà delle scuole superiori
Una scuola superiore bresciana su due soffre di «vulnerabilità» sismica. Vuol dire che la struttura ha bisogno di un intervento per migliorarne la sicurezza e rafforzarne la solidità, così da prevenire eventuali danni in caso di sisma. Qualcosa è già stato fatto ma la strada resta comunque in salita.
Qualche giorno fa la Corte di Cassazione ha scelto il pugno duro, stabilendo che sono da chiudere gli istituti che non rispettano in pieno gli standard di sicurezza: anche un lieve rischio sismico può portare al sequestro dell’immobile, come avvenuto a Roccastrada, piccolo comune toscano.
Scelta drastica, che, spiegano i tecnici, se applicata ovunque, porterebbe alla chiusura di metà delle scuole italiane (e bresciane). In realtà la sentenza si applica solo al caso di specie. Ma in Provincia di Brescia non si sono fatti trovare impreparati: l’ufficio edilizia scolastica è partito dal censimento regionale del 2011, che mappa 4.176 edifici strategici e rilevanti (municipi, scuole, ospedali) nei comuni lombardi a più alto rischio sismico. In questo caso l’indice di vulnerabilità va da 0 a 100 e funziona al contrario: 0 è la condizione migliore e 100 quella peggiore.
«Quasi la metà dei nostri edifici scolastici è risultata in condizioni di vulnerabilità sopra il 50 - spiega il consigliere delegato di palazzo Broletto Filippo Ferrari -. Per questo abbiamo avviato analisi di dettaglio così da poter poi pianificare gli interventi».
Si è partiti dagli istituti Lunardi, Leonardo e De Andrè, in città, e da Villa Manenti, a Desenzano, ma l’obiettivo è completare le verifiche su tutto il patrimonio scolastico. Nel frattempo il Broletto ha fatto partire un programma pluriennale di interventi, da aggiornare man mano che le verifiche di vulnerabilità saranno completate: al Calini si è già intervenuti sul tetto, consolidando la copertura, a breve toccherà al Gambara. Adeguamenti sismici sono in programma all’istituto Pastori, in città, al Cossali di Orzinuovi, al Don Milani di Montichiari. Ma soprattutto al liceo De André di via Bonini dove partirà un progetto pilota che potrebbe diventare un modello da replicare poi nelle altre scuole: l’istituto sarà infatti avvolto da un involucro esterno in acciaio speciale.
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