«Rischio ictus dieci volte superiore con il Covid-19»
Ormai è certificato. Il Covid è una malattia multi organo. Toglie il respiro, infetta i polmoni, ma non solo. «Dei nostri pazienti positivi, per esempio il 20% ha perso gusto e olfatto, il 12% soffre di cefalea» spiega Eugenio Magni, responsabile della Neurologia della Poliambulanza.
Con il Covid aumenterebbe anche il rischio di infarti e poi sono sempre di più i casi di ictus collegati al Coronavirus.
«Parliamo - aggiunge - di quella fetta di popolazione sottoposta ad uno stress fisico legato alla polmonite. Oggi i dati dicono che per chi ha contratto il Coronavirus c’è un rischio stroke dieci volte superiore rispetto al paziente non Covid».
Non mancano nel reparto di Neurologia della clinica Poliambulanza, i casi al centro di lavori scientifici in via di pubblicazione. «Un paziente di 58 anni che a causa del Coronavirus ha subito la dissezione dei vasi del collo, la rottura delle pareti della carotide. È stato curato e ha vissuto di fatto una fase pre ictus» racconta il dottor Magni che aggiunge: «Abbiamo avuto anche casi di sindrome di Guillain Barré, una malattia del sistema nervoso periferico su base autoimmunitario con andamento estremamente serio ed almeno due casi di risentimento encefalitico verosimilmente connessi all’aggressione diretta del cervello da parte del virus».
Alla luce dell’aumento di pazienti con manifestazioni neurologiche da Covid-19 proprio a Brescia, agli Spedali Civili che in questa emergenza è diventato anche centro hub per i casi di ictus per l’intera Regione, è stata attivata un’unità neuro-covid. «È diretta dal professor Alessandro Padovani e ci permette di poter avere due percorsi ben distinti. Da una parte i pazienti con ictus e coronavirus, dall’altra chi non è positivo. Si evita così la possibile commistione e si annulla il rischio contagio» sottolinea Mauro Magoni, direttore del reparto di Neurologia Vascolare al Civile.
«Generalmente c’è una alterazione della coaugulazione del sangue. Si tratta di persone spesso di una certa età che hanno dei problemi di tipo respiratorio, al quadro già complicato si aggiunge la chiusura di un’arteria che provoca l’ictus - spiega Magoni che poi conferma -: abbiamo visto un aumento importante della mortalità tra i pazienti Covid rispetto a quelli non Covid, ma questo lo dicevano già anche i dati arrivati dalla Cina».
Agli Spedali Civili, l’emergenza ictus pare aver vissuto tre fasi. «Inizialmente abbiamo registrato un calo di accessi, forse perché la gente aveva paura a venire in ospedale o probabilmente anche perché la popolazione più anziana è stata la più travolta dal virus - dice Mauro Magoni -. Poi abbiamo avuto la fase intensa di ricoveri di persone con tampone positivo. E ora viviamo la terza fase visto che da alcuni giorni i casi Covid sono diminuiti anche nel nostro reparto così come nel resto dell’ospedale. Adesso infatti sono maggiori i pazienti che non hanno il coronavirus».
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