«Ripulì» 34 condomini: Cavellini verso il processo
Secondo l’accusa ha «ripulito» 34 condomini e fatto sparire più di tre milioni di euro. Per lui, amministratore infedele sulle cui tracce a partire dal 2013 si sono messi diversi proprietari di casa, sta per arrivare il momento del processo.
Il pm Paolo Savio, titolare del fascicolo aperto sul suo conto per numerose ipotesi di appropriazione indebita aggravata, nei giorni scorsi ha fatto notificare la citazione a giudizio ed è in attesa che il Tribunale convochi le parti in aula.
La stragrande maggioranza dei fatti contestati a Matteo Cavellini - il 47enne commercialista bresciano accusato da diversi condòmini di aver svuotato le casse condominiali non per pagare utenze e fornitori, ma per fini esclusivamente personali - sono risalenti al 2010 e al 2011.
Le ipotesi di reato che la Procura gli contesta si prescrivono in sette anni e mezzo. Il conto è presto fatto. Secondo la ricostruzione accusatoria Matteo Cavellini ha indebitamente operato sui conti correnti di circa un quinto dei 150 condomini amministrati. Munito di delega ha dirottato il denaro dai rapporti bancari condominiali ai suoi, per provvedere al mantenimento suo e della sua famiglia, ma anche per coprire spese di altri palazzi sotto la sua gestione, il tutto ovviamente senza poi provvedere a restituire le somme prelevate.
Il 47enne commercialista bresciano, secondo il pubblico ministero, avrebbe replicato lo schema tanto in città, dove ha operato ai danni di venticinque dei condomini amministrati, ma anche in provincia, in particolare sul lago di Garda.
Per il sostituto procuratore Paolo Savio gli ammanchi più ingenti sono quelli patiti dal condominio Apollonio, in via Apollonio (circa 300mila euro), dal Complesso Valotti (circa 315mila euro), dal Millenium Palace in via Aldo Moro (415mila euro abbondanti).
Rilevante per gli inquirenti il buco lasciato a Villa Adele di Toscolano Maderno (poco meno di 160mila euro), alle Terrazze di Soiano del Lago (125mila euro) e al Cavallino di Travagliato (138mila euro).
Matteo Cavellini, difeso dall’avvocato Alberto Scapaticci, è inoltre accusato di non aver pagato i contributi previdenziali del portiere del Millenium Palace, e di infedele dichiarazione dei redditi per aver appostato elementi passivi fittizi per più di 250mila euro.
In questo caso le ipotesi di reato si sarebbero consumate tra il 2009 e la fine del 2011, la prescrizione non è eventualità così remota. Secondo gli inquirenti l’amministratore di condominio, oltre ad aver trasformato il denaro versato dai condomini in contante, ma anche in assegni circolari a favore di persone non meglio identificate, nel corso delle assemblee condominiali avrebbe esibito bollette per forniture falsificate da cui emergeva il regolare pagamento dei debiti dei palazzi.
Parte civile. Una quarantina le persone offese che potrebbero decidere di costituirsi parte civile. In concorso con Cavellini, per un numero limitato di appropriazioni indebite, è accusata anche Alessia Scalvini, sua ex collaboratrice. La donna, assistita dall’avvocato Felice Arco, sta affrontando un processo separato: l’accusa le contesta ammanchi per 350mila euro. Lo divisione delle posizioni dei due imputati è originata da un vizio di notifica del decreto di citazione a giudizio al difensore originariamente nominato da Cavellini e quindi dalla necessità, con riferimento solo a lui, che il procedimento ripartisse dalle indagini preliminari.
Il commercialista 47enne e la sua ex dipendente a processo si incontreranno ugualmente, ma per tutt’altra vicenda. Il 1º dicembre lui sarà in aula per difendersi dall’accusa di essersela presa col citofono e l’automobile della donna, che l’ha denunciato per danneggiamento
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